Renon, incidente in slitta. Renata Dyakowska lotta per la vita

Nello schianto sulla neve è morta la figlia Emily, 8 anni. La donna è indagata per omicidio colposo. I vicini: "Abbiamo mandato dei messaggi, siamo tutti al suo fianco"

Nel riquadro, Renata Dyakowska lotta per la vita in ospedale dopo l'incidente in slitta

Nel riquadro, Renata Dyakowska lotta per la vita in ospedale dopo l'incidente in slitta

Reggio Emilia, 7 gennaio 2019 - La mamma lotta in gravissime condizioni all’ospedale di Bolzano. Ma il dramma che ha travolto la famiglia reggiana è incurabile. Nello schianto con lo slittino, sulla pista del Corno del Renon, è morta la piccola Emily Formisano, 8 anni. Renata Dyakowska ha imboccato per errore una pista nera da sci e si è schiantata insieme alla piccola con lo slittino.

La donna ora è indagata - un atto dovuto - insieme a uno dei gestori della pista della società che gestisce gli impianti di risalita al Corno del Renon. Già sabato il pm, insieme ai carabinieri, ha fatto un lungo sopralluogo sulla pista, per valutare le cause di questa tragedia.

AGGIORNAMENTO E' morta anche la mamma di Emili

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In via Gogol, una piccola strada senza uscita ai lati della via Emilia dove abita la famiglia di Ciro Formisano, la gente è stata colpita negli affetti. «Tanti di noi hanno mandato dei messaggi la papà - dice una vicina di casa -, ci sentiamo tutti al suo fianco». Al centro dei commenti c’è quel cartello dove l’indicazione del divieto della pista agli slittini è scritta soltanto in tedesco: «Come era in tedesco, il cartello doveva essere anche in italiano», commenta una donna. Un’altra residente della zona non è d’accordo: «Non ci sono parole per quello che è successo - afferma -, adesso si cerca di dare la colpa a qualcuno, ma questo è stato un vero incidente». Un vicino di casa però aggiunge: «In certe situazioni dovrebbe esserci qualcuno che controlli, una persona che si accerti che la gente non prenda una pista sbagliata». C’è una grande mestizia: «I nostri bambini giocavano insieme a Emily».

Il papà: "Il mio angelo non c'è più"

Il cartello in tedesco, e non italiano, è diventato protagonista della polemica politica. «Il divieto di slittare sulla pista nera era annunciato con un cartello in sola lingua in tedesca. Non potremo mai sapere che cosa sarebbe accaduto se la scritta fosse stata anche in italiano e niente potrà riportare la bimba fra le braccia della sua famiglia. Possiamo però provare a evitare che quanto successo accada di nuovo. Fratelli d’Italia pretenderà che in ogni pista sciistica dell’Alto Adige ci siano sempre una segnaletica chiara e cartelli anche in lingua italiana», dice il capogruppo di Fdi alla Camera, Francesco Lollobrigida, annunciando un’interrogazione sulla tragedia. «Sono anni che mi batto, insieme al mio partito, affinchè nel mio Alto Adige-Sudtirol, autonomia facente parte dello Stato italiano, venga rispettata nella toponomastica la lingua dello Stato. Ma non è avvenuto nulla nel colpevole silenzio dei partiti di governo nazionale e delle istituzioni locali», dice Michaela Biancofiore, parlamentare e coordinatrice regionale FI del Trentino Alto Adige.