Revenge porn, condannato a dieci mesi

Dopo essere stato lasciato, aveva pubblicato su facebook una foto scattata durante un rapporto sessuale con l’amante

di Alessandro Codeluppi

Entrambi sposati, avevano vissuto una storia d’amore clandestina. Poi finita, come può succedere. Ma continuata con un pesante strascico giudiziario: lei, infatti, lo ha denunciato per revenge porn, e lui ieri è stato condannato. Ora la donna ha deciso di aiutare altre che, come lei, sono state vittima di una prepotenza maschile: lei, parte civile assistita dall’avvocato Liborio Cataliotti, devolverà la provvisionale a lei riconosciuta, 6mila euro, più le spese legali e accessorie - in tutto circa 10mila euro - a un’associazione che si occupa di tutela delle donne.

La coppia aveva avuto una relazione segreta, poiché entrambi portavano la fede al dito. Poi la donna, una 50enne che fa parte di una famiglia di imprenditori, aveva deciso di lasciarlo. L’altro, un 49enne residente nella Bassa, aveva reagito male e si era vendicato. Ha pubblicato come foto del proprio profilo Facebook uno scatto che immortalava i due amanti durante un rapporto sessuale, rendendolo visibile a tutti i suoi contatti.

Nell’inchiesta coordinata dal pm Piera Cristina Giannusa, per questo fatto, datato 21 novembre 2019, lui è stato chiamato a rispondere di diffusione illecita di immagini sessualmente esplicite, con l’aggravante di aver colpito una persona con cui aveva avuto una relazione affettiva. E di molestie, perché nei quattro giorni precedenti, dopo essere stato lasciato, lui l’aveva tempestata di messaggi whatsapp anche di notte, per convincerla a rivederlo. Nonché di tentata violenza privata: l’uomo aveva minacciato di diffondere foto di un rapporto sessuale tra loro, fatto che non si è verificato perché lei, il 21 novembre, si è rivolta ai carabinieri. Un altro delicato risvolto della vicenda nasce dal fatto che la donna ha dovuto raccontare al marito di aver subito revenge porn da parte dell’uomo con cui lo tradiva.

L’imputato ha ammesso la propria responsabilità. Davanti al giudice Matteo Gambarati, ieri il pm ha chiesto 1 anno e 6 mesi di condanna, attenuanti generiche (perché ha confessato) e pena sospesa. L’avvocato Costantino Diana (in sostituzione di Cataliotti) ha domandato che, nonostante la confessione, non si sminuisse la portata della sua azione: "Ha minacciato i figli e l’azienda. Mettiamoci nei panni della donna che viene messa sotto scacco con frasi del tipo ‘Mi suicido se non mi incontri’ o ‘Ti distruggo e mi distruggo’".

L’avvocato difensore Federico De Belvis ha chiesto il minimo della pena: "Emerge la sua esasperazione. Il suo stato di innamoramento lo ha indotto a comportarsi così". Il giudice Gambarati lo ha condannato a 10 mesi, con le attenuanti generiche prevalenti sull’aggravante e la pena sospesa - come chiesto dalla difesa - subordinata al pagamento della provvisionale di 6mila euro entro un anno: soldi che aiuteranno altre donne in difficoltà.