Luzzara, ricatta i carabinieri per non fare attentati. Preso

Chiedeva 300mila euro per non commettere reati

La stazione ferroviaria di Luzzara

La stazione ferroviaria di Luzzara

Luzzara (Reggio Emilia), 26 dicembre 2016 – Ricattava i carabinieri per non compiere attentati, ma gli è andata male. L'uomo, un agricoltore 60enne abitante nella Bassa Reggiana ma con aziende nel Mantovano, è stato scoperto, posto in stato di fermo e portato nel carcere di Mantova. Ora è ai domiciliari. Voleva 300 mila euro proprio dai militari, l'obiettivo erano i treni.

Per lui ora l'accusa è di attentato a impianti di pubblica utilità e alla sicurezza dei trasporti. Aveva messo dei blocchi di cemento lungo i binari della ferrovia Suzzara-Parma e un treno li aveva urtati, fortunatamente senza conseguenze. L'epilogo della vicenda, che si trascinava da oltre dieci giorni, è stata tra la notte di venerdì e sabato, vigilia di Natale, quando i carabinieri reggiani e mantovani hanno fermato l'attentatore, che sembra abbia agito per motivi economici e familiari.

Tutto è iniziato lo scorso 12 dicembre quando i carabinieri di Suzzara, nella cassetta delle lettere della loro stazione, trovano una lettera anonima a loro indirizzata. Il misterioso autore chiedeva 300mila euro per non compiere un attentato ai treni. Tre giorni dopo una telefonata anonima ai carabinieri chiedeva i soldi per evitare la collocazione di blocchi di cemento lungo la linea ferroviaria Suzzara-Parma. Una delle lettere è stata trovata pure nella cabina telefonica della stazione ferroviaria di Luzzara.

Quattro ore dopo la telefonata, alle 6, a Codisotto, un treno urta dei blocchi in cemento lasciati sulle rotaie,  senza provocare danni. Nei giorni successivi altre telefonate anonime, tra cui una rinnovata richiesta di soldi arrivata ai carabinieri, questa volta di Gonzaga. Le indagini, partite subito dopo la prima lettera, grazie all'esame delle telecamere attorno a varie cabine utilizzate dall'attentatore, hanno permesso di individuare un'auto sospetta. Fondamentale alle indagini è stato l'apporto dei carabinieri di Luzzara.

Ad un parente del proprietario sono state fatte sentire le registrazioni delle telefonate anonime e la voce è stata riconosciuta come quella dell'agricoltore. Durante la perquisizione della sua abitazione nel Reggiano sono stati scoperti una pistola, un fucile e altre lettere anonime preannuncianti attentati ai treni, pronte per essere spedite.