Reggio Emilia, paurosa rissa in via Eritrea nel weekend. Video

Pugni, calci, sedie e tavolini che volano. Tutto è stato ripreso da un video circolato sui social. La squadra Mobile sta lavorando al caso, i residenti: "Il week end qui è insostenibile"

Rissa in via Eritrea a Reggio Emilia (dal video)

Rissa in via Eritrea a Reggio Emilia (dal video)

Reggio Emilia, 26 maggio 2021 - Un far west. Sedie che volavano. Tavoli sollevati, ma soprattutto, pugni, tanti pugni. La cosa preoccupante? Che a tirarli erano dei ragazzini.

Di cosa si tratta . Una mega rissa. In via Eritrea. Quando? C’è chi dice sabato. C’è chi dice domenica. Genericamente, tra i due o tre giorni fa. Molto probabilmente a sera inoltrata. Quasi certamente, ancora dentro i limiti del coprifuoco.

Rissa in via Eritrea a Reggio Emilia (dal video)
Rissa in via Eritrea a Reggio Emilia (dal video)

Il video. Un minuto e cinquantasei secondi di pura violenza da strada. Ripresa dall’alto. Presumibilmente da qualche inquilino dei piani superiori del teatro dove tutto è iniziato e finito: ossia all’inizio della via, dal lato della circonvallazione. Una zona dove si susseguono un paio di Kebab ’shops’ e una tabaccheria. Un qualche ragazzino, dai piani alti del condominio, ha ripreso tutto. Prima con aria divertita, poi, obiettivamente, un po’ più preoccupata. Perché? Perché non erano più solo spinte e ceffoni. No, erano pugni in faccia, erano sedie che volavano, erano provocazioni e gesti inconsulti. Il tutto postato sul canale Telegram ‘Welcome to Favelas’. Racconta ‘chi ne sa’ , che questo canale è un contenitore di video che immortalano risse, più o meno giovanili, che scoppiano nelle varie città italiane. Mai come in questa occasione, via Eritrea è parsa una favelas.  

Le botte. I primi fotogrammi immortalano un ragazzino a torso nudo, di carnagione chiara, segaligno ma nervoso, avventarsi come se non ci fosse un domani su altri due. Un altro ragazzo di carnagione chiara e capelli castani (dalla corporatura molto più massiccia) darsele di santa ragione con uno di colore, finendo per terra. Il tutto sotto lo sguardo, non si capisce se attonito o divertito, di un’altra decina di giovani, tra cui anche alcune ragazzine.

A nulla valgono i tentativi di alcune di loro di riportare questi street fighters alla ragione. Un altro ragazzo di colore si scaglia su quello corpulento: due uppercut in faccia, e un’altra serie al volto. Un parapiglia generale, con la precisa sensazione che si fronteggiassero due opposte ‘fazioni’. I ragazzi bianchi da un lato, sicuramente amici, e quelli di colore dall’altro.

Un regolamento di conti? Pugni di violenza inaudita, anche in mezzo alla strada come se nulla fosse. Uno di colore imbraccia una sedia e la tira sulla schiena di quello a torso nudo. Ad un certo momento si sente un richiamo ‘Oh! Venite su, venite su!’. Che siano residenti nella via? Tutto inutile, uno dei ragazzi di colore si rifà sotto, ed i ragazzi di carnagione chiara rispondono: uno tira un ‘buffetto’, mentre l’altro (quello più piccolo) mostra i ‘deltoidi’. Ed ecco che riprendono a darsele. Barcollanti. Stanchi. Ma indomiti. Uno della fazione ‘straniera’ imbraccia un tavolino. Intenzione stoppata sul nascere da alcuni presenti. Finisce il video. Basta così. Per chi riprende. E pure per chi guarda.  

Le indagini. Tutto questo è sul tavolo degli agenti della squadra Mobile della questura di Reggio. Ci stanno lavorando dal momento dell’accaduto. Sicuramente, mai come in questo contesto, quel lavoro capillare di ‘screening’ del sommerso giovanile, voluto con forza dal questore Giuseppe Ferrari, può venire in soccorso delle forze dell’ordine. Una scena del genere. Un fatto del genere non può rimanere senza responsabili, anche se si tratta di ragazzini.  

Le reazioni . "Sa come si chiama tutto ciò? Globalizzazione", dice, ironico, uno degli esercenti della via. Uno dei pochi reggiani rimasti. Nessuno ha visto ciò che è successo. Qualcuno ha sentito ‘voci’ che si siano “presi a botte in strada“ "Credo domenica", ci dice un signore.

Ma il problema di via Eritrea va ben al di là del fatto specifico. "Noi al sabato e la domenica ci teniamo molto lontani da questo posto. Ne abbiamo già abbastanza degli altri giorni della settimana".

Ecco, il senso che si coglie tra chi svolge attività in via Eritrea è questo: gli stranieri che hanno aperto esercizi commerciali si sono integrati perfettamente, tengono al loro lavoro e osservano in modo pedissequo le regole: "Ma al sabato pomeriggio, vediamo quest’orda di ragazzini arrivare dalla stazione e ‘invadere’ la via – racconta un altro esercente, alquanto esasperato -. Sono maleducati, strafottenti. Provocano. Ed a volte, ci tocca rispondere, anche a brutto muso. E’ una costante, ormai, cui non riusciamo ad abituarci".