Ritrovati resti umani interrati

La scoperta in un casolare vicino alla casa degli Abbas

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All’improvviso, dopo oltre un anno e mezzo di ricerche, silenzi, appelli, arresti internazionali, richieste di estradizione, arriva la svolta: "Ritrovati resti umani interrati vicino alla casa di Saman Abbas". Il casolare della macabra scoperta è a meno di mille passi, in linea d’aria, 500 metri scarsi dal luogo in cui le telecamere l’hanno immortalata viva per l’ultima volta.

C’è nebbia fitta quando in strada Reatino, nelle campagne di Novellara, cominciano a radunarsi pattuglie di carabinieri e vigili del fuoco, raggiunti dai militari del Ris di Parma e dai reparti operativi del comando di Reggio e della compagnia di Guastalla, al vecchio casolare diroccato tra una vecchia porcilaia, i vigneti e la lunga fila di serre di meloni e cocomeri. Verso le sei di ieri mattina la prima forte mobilitazione, dopo che gli investigatori hanno giudicato attendibile il sospetto sulla presenza di resti umani sotterrati, vicino all’abitazione di Shabbar Abbas e della sua famiglia, dove la sera del 30 aprile 2021 si sono perse le tracce della giovane Saman, ritenuta vittima di un omicidio attuato dai suoi stessi parenti.

Quel casolare è ben conosciuto alle forze dell’ordine: molte volte, già dalle prime settimane di indagine, l’anno scorso, i carabinieri avevano setacciato quello e altri edifici abbandonati, usando strumentazioni sofisticate per la ricerca sotterranea, oltre ai cani molecolari. Quello stesso terreno era stato calpestato da carabinieri e squadre cinofile più e più volte. Ma non c’era stato alcun segnale sulla possibile presenza di resti umani.

Verso le 8 il numero di investigatori comincia ad aumentare. A loro si aggiungono anche i vigili del fuoco. Con un piccolo escavatore, guidato da Ivan Bartoli, titolare dell’azienda agricola in cui a lungo hanno lavorato Shabbar Abbas e alcuni suoi familiari, è stato rimosso parte del terreno. Poi, verso le 10,30, l’arrivo di un grosso mezzo con pala meccanica dei vigili del fuoco, messo a disposizione per ulteriori scavi. Il terreno portato fuori dal casolare viene coperto a più riprese con un telone cerato grigio. Sono ormai le 11, la nebbia è quasi diradata, quando arriva il furgone dei Ris. Alcuni militari indossano le loro ormai note tute bianche, raccolgono alcuni oggetti dal terreno e poi entrano nell’area del rinvenimento, tra le mura del casolare e alcuni alberi a coprire la possibile ’scena del crimine’. Intanto, con il tam tam dei social e il passaparola, la notizia del rinvenimento di resti umani si diffonde. E tra via Colombo e Strada Reatino cominciano a transitare i primi curiosi.

Tra loro appare incredulità e stupore: "L’area di quel casolare è stata battuta a più riprese dai carabinieri, anche con i cani. Come è possibile che non sia stato trovato nulla mesi fa?", "Era evidente che non poteva essere lontana. Con un cadavere in un sacco, gli assassini non potevano certo andare lontano. Sapevamo che il padre di Saman conosceva quel casolare, andava spesso lì a bere... ", sono alcuni dei commenti dei passanti.

Il tragitto tra l’abitazione di via Colombo e il casolare teatro del rinvenimento dei resti umani poteva essere facilmente compiuto senza dare nell’occhio e senza passare dalle strade vicine, evitando anche i tanti controlli che erano ancora in vigore tra aprile e maggio 2021, in periodo di limitazioni nella mobilità della persone per emergenza sanitaria, soprattutto nelle ore notturne.

Sono circa le 14 quando il gruppo degli inquirenti – con il procuratore capo di Reggio Emilia Gaetano Paci, arrivato nel frattempo assieme a tre medici legali – si allontana dal casolare diroccato. "Ci sono resti compatibili con un essere umano", confermano. Per dire con certezza che si tratti di Saman, però, servirà ancora tempo.

Antonio Lecci

Benedetta Salsi