‘Rivolta della pasta’, cambia il menu. "Piatti etnici e uno chef pachistano"

Il responsabile della mensa: "Valutiamo soluzioni per accontentarli". Salvini durissimo

LAMENTELE Il gruppo di pachistani che hanno bussato alla porta della questura per protestare contro la cattiva qualità del cibo

LAMENTELE Il gruppo di pachistani che hanno bussato alla porta della questura per protestare contro la cattiva qualità del cibo

Reggio Emilia, 3 maggio 2016 - Piatti unici come nella tradizione culinaria pachistana e africana. Cucinati da uno chef che ben conosce la gastronomia dei migranti. È la ricetta del ristorante Il Locomotore e della Dimora d’Abramo per spegnere le polemiche dei migranti che mercoledì si sono lamentati per la qualità del cibo – dalla pasta scotta al riso troppo intriso d’acqua secondo loro – davanti alla questura. E andargli ancora una volta incontro.

«Siamo sicuri della bontà del nostro menu – spiega Paolo Masetti, uno dei responsabili del punto ristoro in zona stazione che sfama oltre 200 richiedenti asilo di ben 16 nazionalità differenti – e soprattutto della varietà che offriamo, con molta attenzione verso le loro esigenze e il loro credo religioso. Però siamo disponibili a cambiare qualcosa se necessario. Stiamo valutando coi responsabili della Dimora di inserire nel menu, una volta a settimana, un piatto unico come piace a loro. E stiamo pure parlando con uno chef che ben conosce i piatti pachistani e africani. Se sarà possibile sarà direttamente lui a prepararli. Il nostro sforzo è davvero massimo».

Dietro alla “rivolta dei maccheroni”, come l’abbiamo ribattezzata, spunta un retroscena. Parte dei malumori palesati dal gruppo pachistano sarebbero dipesi anche dalle spezie, amatissime nella loro cucina. Forse troppo. Sui loro tavoli infatti c’erano pepe e pepeperoncino, ma ora non più. «Siamo stati costretti a togliere le spezie – continua Masetti – di comune accordo con la Dimora d’Abramo e dietisti che collaborano con loro per stilare il menu adatto ai migranti. Abusavano troppo del peperoncino e del sale, essendo abituati nei loro Paesi a mangiarne in quantità industriale. Ma farlo per tutti i giorni può comportare seri problemi gastrici. Noi per contratto e per regolamento, non possiamo cucinare piatti già speziati. Però se si tratta di accontentarli una volta a settimana, vedremo di studiare il modo...».

La Dimora Dimora D'Abramo ha comunque avviato una sorta di “indagine interna”. «Abbiamo già cominciato assieme ai vari gruppi di migranti – dice il presidente Luigi Codeluppi – per approfondire la questione e capire quali sono i motivi reali di questa protesta. Anche perché ancora non abbiamo capito quali siano concretamente. Crediamo che la problematica del cibo sia solo un pretesto. Per quanto riguarda la mensa in cui si cibano, noi siamo soddisfatti sia della varietà del menu sia della qualità. Una volta che avremo il quadro della situazione, vedremo come andargli incontro».

Aggiornamento. "Incredibile a Reggio Emilia. Dopo aver protestato in Questura per la qualità del cibo, ai presunti profughi ospiti della Coop Dimora d'Abramo è stato assegnato uno chef, specializzato in piatti africani e pachistani. Cioè, questi fanno casino e invece di espellerli gli mandano il cuoco!?! Con tanti italiani che crepano di fame... Vergogna!". È il commento alla notizia del segretario della Lega nord Matteo Salvini.