DANIELE PETRONE
Cronaca

Rivolta in ospedale. Gli operatori sanitari dei trasporti interni:: "Siamo allo sbaraglio"

Malcontento per il nuovo servizio affidato alle cooperative Cidas e Proges "Turni e condizioni lavorative poco dignitose, servizi spesso in ritardo. I pazienti ci aggrediscono, rimpiangiamo la gestione della Croce Verde".

Rivolta in ospedale. Gli operatori sanitari dei trasporti interni:: "Siamo allo sbaraglio"

Rivolta in ospedale. Gli operatori sanitari dei trasporti interni:: "Siamo allo sbaraglio"

"Siamo allo sbaraglio". Non usano mezzi termini gli operatori socio-sanitari dei trasporti interni dell’ospedale Santa Maria Nuova di Reggio per descrivere la situazione riguardo al ‘nuovo’ servizio. Fino al 30 settembre la gestione era di Croce Verde, poi a scadenza di contratto è stata assegnata tramite bando d’appalto – a massimo ribasso – a due cooperative, la ferrarese Cidas e la parmense Proges. Le quali hanno poi assorbito una quarantina di operatori della gestione precedente di Croce Verde per salvaguardare posti di lavoro e garantire una continuità al servizio che si occupa di spostamenti interni ospedalieri di pazienti (smistamenti per urgenze, visite mediche, esami clinici, ma anche trasporto di provette o materiale sanitario).

Ma dopo ormai due mesi e mezzo, secondo gli operatori le cose non funzionano e rimpiangono la vecchia gestione. "Non sono state mantenute le promesse fatte sulle modalità di lavoro che sono completamente cambiate",chiosa un gruppo di dipendenti che tiene all’anonimato per scongiurare ripercussioni, rivolgendosi al Carlino. E poi scendono nei dettagli. In primo luogo sulla turnazione che "è notevolmente peggiorata – spiegano – Il turno serale è stato spostato in avanti dalle 20 alle 21. Quindi significa uscire dall’ospedale alle 21,30 tra una cosa e l’altra. A quell’ora non ci sono neppure le corse degli autobus per tornare a casa. E siccome siamo quasi tutte donne, chi ha una famiglia come fa? Non vede neppure i figli…". Un’altra problematica sollevata sono le mansioni. "Ci sono stati aggiunti nuovi compiti rispetto alla precedente gestione – continuano gli operatori – Tra cui quella di fare gli autisti di mezzi per alcuni spostamenti e soprattutto il pronto soccorso. E lo stipendio è sempre uguale...". Ed è soprattutto il pronto soccorso a creare i maggiori grattacapi, specie per alcune condizioni. "Siamo stati buttati in corsia senza affiancamento, senza formazione. Per noi è tutto nuovo. Denunciamo la disorganizzazione dei coordinatori coi quali non c’è dialogo e non accettano consigli da noi che siamo sul campo da oltre trent’anni e non vengono mai a vedere nei reparti cosa succede. Tutto ciò provoca ritardi nei servizi, ci sono pazienti che aspettano anche due ore prima di essere accompagnati. La faccia ce la mettiamo noi e spesso veniamo aggrediti verbalmente dagli utenti arrabbiati. Siamo stanchi…".

E addirittura raccontano qualche significativo episodio: "Quando entriamo nei reparti siamo considerati meno di zero sia dai pazienti sia dai medici. Il personale sanitario è insoddisfatto di noi, una volta ci siamo sentiti dire che siamo ridicoli. Addirittura alcuni pazienti ci hanno detto: ‘Ma dove sono quelli della croce verde?’, non sapendo che siamo sempre noi. È evidente che qualcosa è cambiato. Noi siamo i primi a starci male per questa situazione, ma non è colpa nostra".

Infine, gli operatori denunciano anche che "c’era una guardiola, un luogo caldo dove potevamo fare una pausa di cinque minuti durante i turni e mangiare qualcosina. Ma ora è stata tolta perché la location, nell’ambito della ristrutturazione degli spazi al pronto soccorso, è stata trasformata in sala d’aspetto dei familiari. Questa non è dignità".