Roberta Anceschi "Le nostre industrie tra le migliori in Italia per la parità di genere"

La prima presidente donna di Unindustria traccia il bilancio annuale "Ci aspettano tempi duri, a breve ci sarà una flessione della produzione. Preoccupa molto l’accesso al credito visti i rialzi dei tassi della Bce".

Roberta Anceschi  "Le nostre industrie  tra le migliori in Italia  per la parità di genere"
Roberta Anceschi "Le nostre industrie tra le migliori in Italia per la parità di genere"

di Stefano Chiossi

Prima presidente donna degli industriali, caro prezzi alle stelle, inflazione e le conseguenze di una guerra che non sembra voler finire. Per Roberta Anceschi non si può certo dire che il nuovo incarico sia iniziato in una congiuntura positiva. Ma per la 57enne imprenditrice non c’è tempo per piangersi addosso.

Presidente, quali sono le prospettive delle imprese reggiane in questo difficile quadro economico?

"Quelle di un ulteriore peggioramento a breve termine, con una flessione della quota di aziende interessate da aumenti della produzione (14,9% contro 29,1% della precedente rilevazione) e una crescita della quota di imprese con produzione in calo (28,4% contro 18,2% del trimestre precedente). A queste difficoltà si aggiungono le preoccupazioni l’accesso al credito, anche per la politica di rialzo dei tassi della Bce, in uno scenario in cui la duplice transizione, green e digitale, richiede una mole di investimenti senza precedenti".

Sente una responsabilità maggiore a essere la prima presidente donna degli industriali reggiani?

"Sinceramente ho vissuto questo ‘primato’ pensando che sarò giudicata per le mie azioni, piuttosto che per il mio genere. Non ho nemmeno percepito ostilità rispetto al mio ruolo, ma la volontà di collaborare. Negli ultimi anni l’industria italiana, e quella reggiana in particolare, ha fatto progressi significativi nella promozione dell’uguaglianza. Il numero di donne impiegate nel settore industriale è in costante aumento: basti guardare nella nostra associazione, ci sono altre donne in ruoli di rilievo: come la collega Francesca Paoli alla guida delle Pmi e Marianna Brevini, che dirige il Gruppo Giovani. Tuttavia sono conscia che il lavoro continua a essere culturalmente considerato come un ambito principalmente maschile. Ecco perché come Unindustria abbiamo istituito una delega alla ‘Parità di Genere’, attribuita alla collega Giorgia Iasoni, predisponendo molteplici iniziative".

Quanto è servita l’esperienza da imprenditrice in Simet? Rispetto agli anni ’90 ha riscontrato una percezione diversa verso il ruolo della donna ai vertici di un’azienda?

"Dopo aver maturato un’esperienza nell’export del settore ceramico, sono entrata nell’azienda di famiglia nel 1992, dove ora ricopro il ruolo di socio amministratore. Mi sono ‘fatta le ossa’ in tutti gli ambiti. Secondo i dati Istat pre-Covid solo il 22,9% delle imprese italiane risultano gestite da donne, il che significa che il contributo femminile all’economia nazionale era e rimane tuttora contenuto. Credo che il vero tema sia a monte, cioè in ambito formativo e culturale. Per questo lavoriamo sulle nuove generazioni e sulla mentalità delle famiglie che spesso scoraggiano le ragazze che vogliono intraprendere professioni tecnico-scientifiche o percorsi di studio: oggi solo il 7,2% delle donne in età lavorativa, infatti, possiede una formazione coerente con le esigenze dell’industria e con lo sviluppo della tecnologia".

Che bilancio può tracciare in questi primi 12 mesi di presidenza?

"Ho costruito una squadra affiatata, che mi affianca nel lavoro e nelle scelte strategiche, puntando in maniera forte sulla nostra vicinanza agli imprenditori, andandoli ad ascoltare nelle loro fabbriche e sedi, dalla Bassa all’Appennino. Mi attendono altri tre anni di mandato, che si annunciano altrettanto sfidanti e sono certa che il nostro ruolo di indirizzo sulle politiche a sostegno dello sviluppo del territorio sarà fondamentale, anche in vista delle prossime elezioni nel comune capoluogo".

Con la ciliegina sulla torta della visita del presidente Mattarella al distretto della meccatronica.

"È un uomo lungimirante, che ha dedicato la sua vita allo Stato e al rispetto delle Istituzioni. Il fatto che abbia scelto il territorio reggiano, come simbolo dell’eccellenza meccatronica, è stato il giusto riconoscimento all’impegno e al lavoro dei nostri imprenditori e lavoratori: qui non ci siede mai sugli allori, si studiano tutte le innovazioni che la tecnologia e la fantasia delle persone possono generare, andando sempre in giro per il mondo. Questa è la ricetta vincente del Made in Reggio".