DANIELE PETRONE
Cronaca

Rogo devasta due villette. Tre persone sfollate: "Danni da mezzo milione"

Paura nella Corte Querceto di via Ravà, le fiamme distruggono il tetto in legno. Una famiglia accusa: "Canna fumaria costruita male, ci rifaremo sulle ditte edili".

Paura nella Corte Querceto di via Ravà, le fiamme distruggono il tetto in legno. Una famiglia accusa: "Canna fumaria costruita male, ci rifaremo sulle ditte edili".

Paura nella Corte Querceto di via Ravà, le fiamme distruggono il tetto in legno. Una famiglia accusa: "Canna fumaria costruita male, ci rifaremo sulle ditte edili".

Tre persone sfollate, ma fortunatamente non ferite. È il bilancio di un devastante incendio ha distrutto il tetto in legno di due villette adiacenti in via Ghion Aron Eugenio Ravà, una laterale di via Settembrini in località La Pulce a ridosso di Canali. Le fiamme sono divampate nella notte di ieri poco dopo le 5, nella cosiddetta ‘Corte del Querceto’, un complesso residenziale di sei villette costruite a fine anni ‘90. Sul posto si sono precipitate ben sette squadre dei vigili del fuoco, dal comando provinciale di Reggio e dai distaccamenti di Luzzara, Sant’Ilario, Guastalla oltre ai pompieri di Sassuolo in ausilio. Sul posto anche la polizia di Stato e le ambulanze per prevenzione, anche se non c’è stato bisogno di soccorrere nessuno.

Il rogo è scaturito dalla canna fumaria che poi ha distrutto il tetto in legno dei civici 6 e 8. Tre le persone fuori casa, tutte appartenenti allo stesso nucleo familiare: Simone Vecchi, 25 anni che abita al piano di sopra insieme alla madre Beata Kowalska, 60enne, e la nonna Laura Immovilli, 80 anni, al piano di sotto. Mentre l’altra villetta accanto, intaccata dal fuoco era disabitata dopo la morte del proprietario qualche anno fa. L’intervento dei vigili del fuoco è continuato tutta la notte e fino alla tarda mattinata di ieri.

Le due villette sono inagibili e le tre persone sono ora fuori casa. È stato proprio il giovane a sentire odore di bruciato e a dare l’allarme. "Ho vissuto all’estero per lungo tempo e sono tornato in Italia da poco, lavoro come giardiniere – racconta Simone – E pensate che stavo parlando con la mia ragazza dicendole che mi piacerebbe fare il corso per entrare nei vigili del fuoco. Dopo dieci minuti ce li avevo in casa a spegnere l’incendio...". L’aspetto più importante è che nessuno si sia fatto male.

"Io e mia madre siamo corsi subito a mettere in salvo mia nonna. E abbiamo chiamato i pompieri. Purtroppo il tetto in legno è stato divorato in poco tempo. Si è salvato poco. Ci penserà il perito dell’assicurazione a quantificare, ma noi stimiamo almeno mezzo milione di euro di danni, anche se il valore dell’immobile è del doppio".

Simone punta il dito contro chi ha costruito all’epoca le villette. "Queste case sono state costruita 27 anni fa quando l’abbiamo acquistata già edificata e da allora ci viviamo – chiosa –I vigili del fuoco ci hanno detto che la canna fumaria da cui è partito l’incendio, è stata fatta malissimo. Non voglio dire che non fosse a norma, anche perché di recente ha passato i controlli, ma dalle prime ispezioni dei pompieri qualcosa di sicuro non ha funzionato. E non stentiamo a crederlo, visto che nel corso del tempo abbiamo avuto un sacco di problemi, l’ultimo quest’estate quando abbiamo dovuto rifare tutte le fognature a nostre spese, pagando 50mila euro, sempre per errori di chi ha costruito. Ossia due ditte edili".

Contro le quali la famiglia intende rivalersi legalmente. "Una delle due purtroppo è fallita – conclue Simone con amarezza – Valuteremo coi nostri avvocati il da farsi. Qui ce ne stanno accadendo di tutti i colori ultimamente. Questa zona già si è svalutata per colpa dell’antenna (la corte sorge proprio di fronte ad una delle tante antenne telefoniche della discordia che stanno sorgendo a Reggio, della quale si è parlato tanto negli ultimi giorni anche con petizioni di protesta, ndr) e ora siamo pure fuori casa. Per fortuna abbiamo dei parenti da cui stare, ma credo che per sistemare questo disastro ci vorrà tanto tempo...".