Russia esclusa da Fotografia Europea. E’ bagarre

Rec attacca: "Scelta sbagliata, andavano coinvolti gli artisti singoli". L’assessore Rabitti: "Decisione presa sulla base di un rapporto tra istituzioni"

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di Stella Bonfrisco

Ha scatenato un dibattito acceso la notizia dell’esclusione della Russia, come Paese ospite, dell’edizione di quest’anno, da Fotografia Europea. Tantissimi i commenti, chi pro e chi contro. A prendere una posizione netta è la lista Rec (Reggio Emilia in Comune), che in una nota scrive: "Sebbene la cornice istituzionale impedisca la collaborazione con il ministero della Cultura russo, e di conseguenza la presenza delle opere e degli artisti alla prossima edizione di Fotografia Europea, riteniamo profondamente sbagliata la scelta categorica dell’organizzazione del Festival, e la procedura adottata. Ciò che sarebbe stato giusto e corretto fare secondo noi è una dichiarazione a fianco degli artisti contro le decisioni del governo russo, permettendo quindi ai singoli di scegliere da che parte stare".

In una nota, Annalisa Rabitti - assessora alla Cultura e alle Pari opportunità del Comune di Reggio – ha tenuto a precisare ulteriormente le motivazioni che hanno portato gli organizzatori di Fotografia Europea a cancellare ( o se sarà possibile sostituire) la sezione del Paese Ospite. "In merito alla cancellazione delle iniziative legate alla Russia in quanto Paese ospite della prossima edizione di Fotografia Europea, ritengo necessario aggiungere alcune considerazioni a quanto uscito sinteticamente nei giorni scorsi – ha premesso la Rabitti – È importante non confondere l’iniziativa istituzionale con la libertà dei singoli curatori o autori di esprimersi attraverso il loro lavoro artistico. La scelta della Russia come paese ospite nasce da un rapporto tra istituzioni, tra la città di Reggio Emilia e un importante, se non il più importante, museo statale russo, l’Ermitage di San Pietroburgo".

Un rapporto tra istituzioni quindi, quello interrotto. Ma nessuna censura dell’arte russa. "È stato incaricato uno dei direttori dell’Ermitage di curare il progetto che avrebbe rappresentato la Russia nel Festival – ha spiegato Rabitti – Non stiamo parlando di fotografi selezionati dai nostri direttori artistici, ma di un progetto frutto di relazioni tra istituzioni. Fotografia Europea non è una iniziativa privata, è un progetto che nasce e vive in una cornice pubblica. La cultura non può chiamarsi fuori dalla responsabilità istituzionale verso le cose che accadono nel mondo in virtù di una presunta e indiscutibile superiorità morale. La decisione di escludere la Russia dall’edizione 2022 di Fotografia europea è stata complicata e sofferta, ma inevitabile se inquadrata in questa prospettiva. Non sono scelte facili e siamo pronti a riprendere le relazioni tra istituzioni e le progettualità comuni quando le armi saranno deposte".

Rabitti aggiunge poi una informazione appe arrivata a Reggio Emilia, che riguarda proprio uno dei fotografi previsti nella mostra: "In queste ore apprendiamo anche dell’arresto e della successiva liberazione di Alexander Gronsky, uno dei fotografi che avrebbe fatto parte della selezione. A lui e a tutti coloro che manifestano per la pace tra i popoli vanno il nostro incondizionato supporto e la nostra riconoscenza e saremo lieti di accoglierli nelle prossime edizioni. Purtroppo non è possibile farlo nell’attuale cornice, come d’altronde lo stesso Gronsky ha dichiarato".