Saman Abbas, rinviata al 16 marzo l’udienza per l’estradizione del padre Shabbar

L’uomo non ha prestato il proprio consenso a partecipare in videoconferenza alla prossima udienza fissata a Reggio Emilia, il 17 marzo davanti alla Corte di assise

Reggio Emilia, 10 marzo 2023 –  Il padre di SamanShabbar Abbas, non ha prestato il proprio consenso a partecipare in videoconferenza alla prossima udienza fissata a Reggio Emilia, il 17 marzo davanti alla Corte di assise.

L'invito è stato notificato a Shabbar a margine del procedimento sull'estradizione chiesta dall'Italia, in corso a Islamabad.

Dopo averne parlato con il proprio legale, tuttavia, Abbas avrebbe detto che valuterà, con il difensore e con i propri familiari, la possibilità di partecipare in video a un'udienza successiva del processo in corso per lui e altri quattro familiari, accusati dalla Procura di Reggio Emilia dell'omicidio della figlia 18enne, la notte del 30 aprile 2021 a Novellara.

Per l'estradizione è stata fissata in Pakistan invece una nuova udienza il 16 marzo.

Oggi in aula il difensore di Abbas ha proceduto all'esame dei funzionari ministeriali sulla documentazione agli atti, così chiesto dallo stesso in precedenza. Il 16 sono in programma le controdeduzioni della Procura sull'istanza di rilascio su cauzione

Ieri si è svolta l’ennesima udienza in Pakistan, dopo numerosi rinvii. L’avvocato difensore da un lato ha “spinto” affinché il giudice decidesse in giornata sulla richiesta di rilascio su cauzione presentata per il suo assistito. Dall’altro ha sollevato cavilli tecnici sulla regolarità degli atti inviati dall’Italia per l’estradizione, ad esempio eccependone la mancanza di alcuni in originale. 

Insistendo sulla necessità di rilasciare Shabbar, il suo legale avrebbe parlato di infondatezza degli elementi addotti a carico del 46enne e di “falsità” della versione fornita dalle autorità italiane, oltre che di assenza di esigenze cautelari. Infine si sarebbe scagliato contro la pressione dell’opinione pubblica e dei media italiani sulle autorità pakistane.

L’avvocato aveva poi chiesto un ulteriore termine per esaminare la documentazione sull’estradizione, a cui gli stessi funzionari ministeriali si sono opposti. Oggi l’ennesimo rinvio.