Saman Abbas, il fidanzato: "Ci aspettavamo di essere più protetti"

L’amaro sfogo: "Abbiamo denunciato, cosa potevamo fare di più? Ma non avrei mai pensato potessero ucciderla"

Saman Abbas (nel riquadro), 18 anni: per la Procura è stata uccisa il 30 aprile scorso

Saman Abbas (nel riquadro), 18 anni: per la Procura è stata uccisa il 30 aprile scorso

Novellara (Reggio Emilia), 27 giugno 2021 - "Più di quello che abbiamo fatto, come dovevamo comportarci? Abbiamo segnalato, abbiamo denunciato… Ci aspettavamo di essere più protetti". E’ quanto il fidanzato di Saman Abbas ha riferito alla trasmissione Quarto Grado , in onda l’altra sera su Retequattro. Nessuna intervista diretta, ma frasi confidate alla redazione del programma televisivo, che fanno emergere uno stato di paura, di preoccupazione del giovane pakistano che vive a Roma, e che con Saman Abbas aveva avviato una relazione sentimentale, tanto da pensare già alle nozze.

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Saman Abbas (nel riquadro), 18 anni: per la Procura è stata uccisa il 30 aprile scorso
Saman Abbas (nel riquadro), 18 anni: per la Procura è stata uccisa il 30 aprile scorso

Emerge pure come durante una loro settimana insieme a Roma avessero già adocchiato il vestito per il matrimonio. Poi, nell’arco di pochissimi giorni, la situazione sarebbe cambiata repentinamente. Qualcuno avrebbe spifferato ai familiari della ragazza che il rapporto con il connazionale era ancora in corso, a differenza di quanto entrambi avevano cercato di far credere, per evitare eventuali rappresaglie contro la famiglia di lui in Pakistan, dopo le neppure poco velate minacce avvenute a gennaio. I genitori di Saman erano probabilmente convinti di poter convincere la ragazza a compiere quella scelta che invece aveva rifiutato a dicembre: le nozze forzate con un cugino di 29 anni, in Pakistan. Ma pure stavolta, lo scorso aprile, quando era tornata a casa per recuperare i suoi documenti, questa ipotesi era stata rifiutata dalla diciottenne.

In azione i Detection Dogs Ticino
In azione i Detection Dogs Ticino

"Non ci aspettavamo che i genitori di Saman potessero arrivare a un comportamento così grave, arrivare ad uccidere la figlia per punizione, per non aver accettato il loro progetto. Qui non è questione di religione. Anch’io sono pakistano e islamico. Ma non si pensa neppure di togliere la vita a una persona per questi motivi", le parole del fidanzato di Saman al programma Mediaset.

E ancora: "Si tratta di ignoranza, di tradizioni di villaggio che portano a queste situazioni inaccettabili". E i motivi sarebbero solo economici: "La famiglia di Saman – aggiunge il giovane, smentendo alcune voci emerse negli ultimi tempi – non voleva quel matrimonio per poter sanare un debito. Non c’erano debiti. Nel loro villaggio i cugini vengono fatti sposare tra loro perché i terreni di loro proprietà possano restare totalmente sotto il loro stretto controllo, in famiglia. Io non facevo parte di quel clan e quindi, pur se islamico e pakistano, non potevo far parte di quella famiglia". Poi, una speranza, pur se minima: "Mi rendo conto che Saman è stata uccisa. Ma mi auguro che non sia realmente morta. Le penso da qualche parte, ancora in vita…".

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