Saman Abbas, gli ultimi istanti: "È caduta nella trappola per far cessare le minacce al fidanzato Saqib"

L’avvocato Iannuccelli: "È stata tradita fino alla fine da sua madre. Prima di essere un omicidio, questa è una grande storia d’amore"

Reggio Emilia, 20 marzo 2023 – ”La cosa che non si è capita, in generale, è che questo prima di essere un omicidio è una grande storia di amore".

Barbara Iannuccelli è l’avvocatessa che oggi rappresenta – assieme al collega Claudio Falleti – il fidanzato di Saman Saqib Ayub, parte civile nel processo per il delitto della giovane di Novellara. Parla di queste nuove immagini, che emergono dai cellulari sequestrati al ragazzo e allo zio Danish, mostrate in tv da Quarto Grado. Foto e video che descrivono una ragazza felice, innamorata, bellissima.

Processo Saman Abbas, chiesto sconto pena per zio e cugino

Saman Abbas, senza velo, durante la sua permanenza nella comunità di Bologna
Saman Abbas, senza velo, durante la sua permanenza nella comunità di Bologna

Avvocato, Saman aveva già denunciato di essere in pericolo. Qualcosa non ha funzionato?

"Si cerca di spostare il baricentro su negligenze asserite delle istituzioni. La cosa che non si è capita, invece, è che Saman era stata convinta dalla mamma che se fosse tornata a casa tutto sarebbe stato accettato, le minacce contro genitori di Saqib in Pakistan sarebbero cessate. Tanto che lei non avverte il pericolo".

È caduta in un tranello della madre, dunque?

"Esattamente. Saman rimase lì, nella casa di Novellara, dieci giorni prima di essere uccisa. Si era portata il libro che stava studiando per prendere la patente, i suoi pantaloncini. Era andata lì per fermarsi. Non una toccata e fuga per riprendere i documenti e scappare: si era portata indumenti e il necessario per restare un pochino e calmare le acque. Non aveva minimamente capito".

Questi documenti che le sarebbero serviti per rifarsi una vita...

"Purtroppo lei in comunità aveva già fatto denuncia di smarrimento di quei documenti. E non sapeva che quindi da quel momento le carte che possedeva non valevano più nulla. Saman, e anche Saqib, non avevano intuito che c’era un pericolo. Non si erano consultati con nessuno: altrimenti li avrebbero dissuasi. Chiunque avrebbe sconsigliato loro di rientrare a Novellara".

Lo aveva deciso con Saqib?

"Aprile 2021. Saman va a Novellara ripartendo dalla stazione Termini: era stata dieci giorni nel frusinate con il ragazzo. Da lì prende il treno per Roma e poi per Reggio".

Una vera e propria fuga d’amore, dunque.

"Loro nel tempo che hanno trascorso assieme avevano comprato l’abito da sposa, con i pochi risparmi di Saqib. E avevano programmato il loro futuro. Erano certi che tutto fosse passato, anche grazie alle rassicurazioni della madre".

Che cosa le scriveva Nazia?

"Ci sono vari messaggi tra lei e la madre: ’Torna e smetteranno di minacciare i genitori di Saqib in Pakistan’. Così si sono convinti. Saqib stesso la accompagna alla stazione. Sembrava davvero dovesse essere il rientro della riappacificazione. Lei va lì sull’onda dell’amore".

Invece finisce in trappola.

"Sì. E la trappola ordita ha funzionato. La mamma, ricordiamolo, ha svolto un ruolo centralissimo in questa vicenda: mezz’ora prima di essere buttata e uccisa nella fosse lei era in abiti tradizionali che giocava e scherzava a nascondino con la madre".

Poi, in un attimo, tutto cambia.

"Lei aveva lasciato il suo telefono da lui, per precauzione per far sì che i video che li ritraevano assieme non potessero essere visti. Ma Saman non resiste e usa il cellulare della madre per comunicare con l’amato. La madre legge così messaggi che la sconcertano. E scopre che il loro rapporto non era solo platonico. Ne resta sconvolta".

Saman si è fidata di sua madre fino all’ultimo.

"Sì, con una ingenuità che odora di zucchero filato. Lo associo, contrapposto, all’odore acre di quel casolare, con una ragazza morta sotto due metri di terra. Ero stordita quando sono uscita da quel rudere. Non lo dimenticherò mai. Lei si fidava. È questo l’aspetto più drammatico della vicenda: una madre che tradisce la fiducia della figlia".

Che cosa avviene in quegli ultimi minuti prima dell’orrore?

"L’ultimo messaggio su Instagram Saman lo invia a Saqib. Alle 23.30 del 30 aprile 2021 Saqib le chiede: ’Sei riuscita a farti dare i documenti?’ Lei risponde: ’Il 4 maggio mi ridaranno i documenti e torno da te. Adesso passo il weekend con loro’. Era tranquilla. L’aveva turbata solo un messaggio vocale che aveva captato, mandato da uno zio in Pakistan alla madre: ’Bisogna ucciderla così non scapperà mai più’. Quando chiese spiegazioni Nazia le disse: ’Stanno parlando di un’altra ragazza pakistana’. Saman riferisce tutto a Saqib, ma senza comprenderne la gravità, il pericolo. Non lo percepiva a livello epidermico. Bastava sentire la voce della madre: era rassicurante e credibile. E lei si è fidata fino all’ultimo".