Saman, il processo: resti di cibo e abiti sui comodini, ecco casa Abbas

Le immagini dell’abitazione di via Colombo 103 mostrate in aula: molto disordine e capi sporchi di fango

Reggio Emilia, 15 aprile 2023 – Uno stendino con panni lasciati ad asciugare nell’ingresso. Una cucina economica, una vecchia stufa a legna Zoppas con resti di bottiglie e barattoli alla rinfusa. Poi le camere da letto: quella della coppia Shabbar e Nazia, l’altra dove dormivano i figli Saman e il fratello minore.

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In aula vengono proiettate le foto della casa di via Colombo 103, ormai vuota quando il 12 maggio 2021 i carabinieri la perquisirono e fecero attività di indagine: su alcune macchie scure si fecero accertamenti con il Luminol, per rilevare eventuali tracce di sangue. Nella stufa degli Abbas furono trovati resti di contenitori tetrapak bruciati.

"Vi erano molti capi di abbigliamento abbandonati sui comodini".

I controlli si estesero anche alla casa di via Comunale 2 dove abitavano lo zio Danish Hasnain e i cugini Ikram Ijaz e Nomanulhaq Nomanulhaq. Anche qui, annota il luogotenente Antonio Matassa, "appare molto disordine". Capi sporchi di fango furono inviati al Ris, tra cui una felpa di Danish Hasnain, pubblicata in anteprima dal Carlino, "con profilo genotipico misto".

Nella camera dello zio di Saman, figura un quadro sul letto raffigurante la Sacra famiglia. In via Comunale risulta una possibile effrazione datata tra maggio e giugno 2021: "C’era la porta aperta, ma appariva molto consumata. All’interno non trovammo variazioni. Fu aggiunto un ulteriore lucchetto".

Da alcune intercettazioni, era emerso che Shabbar Abbas e il figlio minore parlavano di recuperare documenti: a domanda dall’avvocato Luigi Scarcella, difensore di Ijaz, il carabiniere ha risposto che su questa circostanza furono sentiti due parenti pakistani di Novellara, non indagati.

Indumenti appartenuti a Saman sono stati recuperati nella comunità di Bologna che la ospitò e usati per il suo profilo genetico. A inizio udienza, sono stati sentiti due coniugi cinesi che all’epoca abitavano vicino all’orto degli Shabbar. Non conoscevano la famiglia, facendo riferimento a una giovane che potrebbe essere Saman: "Non ho mai visto quella ragazza da sola: quando lei passava, a volte era con la madre o con suo fratello".

al. cod.