"Saman in Belgio? Un messaggio in codice"

La Procura fa il punto sullo stato delle indagini sulla scomparsa della ragazza: "Il papà ha voluto far sapere ai parenti cosa dovevano dire"

Migration

Saman Abbas è morta, ma non c’è ancora il corpo. Il quadro accusatorio appare chiaro, ma necessita di conferme che possono arrivare dall’estradizione di uno dei cugini della diciottenne pachistana, sparita da settimane, quasi certamente uccisa con premeditazione, per aver rifiutato un matrimonio combinato dalla sua famiglia.

"Al momento novità non ve ne sono – a parlare è la reggente della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio, dottoressa Isabella Chiesi -. Proseguono le ricerche per arrivare a trovare il corpo della ragazza".

La dottoressa Chiesi, affiancata dal sostituto procuratore Laura Galli, titolare del fascicolo e dal Maggiore dei carabinieri del Comando Provinciale di Reggio, Maurizio Pallante, sgombra le ipotesi sul fatto che Saman sia viva e possa essere fuori Italia: "Non darei alcun riscontro positivo a quanto ha asserito il padre nei giorni scorsi. Attraverso le nostre attività, abbiamo elementi che sostengono che la ragazza in Belgio non c’è".

La convinzione degli inquirenti è che il corpo della diciottenne sia nei pressi della sua casa di Novellara, nei terreni attorno all’azienda agricola dove il padre lavorava: "A breve inizieranno ulteriori ricerche con l’utilizzo dell’elettromagnetometro. Speranze di ritrovare il corpo dopo un mese dalla sparizione? Io direi proprio di si. Questi sono strumenti che possono consentire un ritrovamento di questo tipo anche perché possono dare conto della discontinuità del terreno".

Così come vi è una ragionevole certezza che lo zio, probabilmente l’autore materiale dell’omicidio di Saman, sia tutt’ora in Europa e che possa essere, lui pure, assicurato alla giustizia: "Anche secondo quanto ci dice il maggiore Pallante, vi è grande collaborazione con le autorità europee. Svizzera, Francia, Spagna, Inghilterra, le polizie dei rispettivi paesi sanno che devono cercare questo soggetto all’interno dei loro territori"

"Dal punto di vista dell’estradizione del cugino, rimaniamo in attesa – spiega il procuratore -. Non abbiamo un giorno preciso in cui ci è stato detto che sarebbe arrivato in Italia; abbiamo dei termini entro cui la polizia francese lo deve mettere a disposizione delle autorità italiane. Ma è probabile che lo verremo a sapere solo pochi giorni prima".

"Lo zio esecutore materiale? E’ difficile dirlo con certezza, dato che non abbiamo un riscontro nemmeno sulla modalità di esecuzione del delitto - argomenta la dottoressa Chiesi - Le deposizioni del fratellino? Mi spiace ma su persone minori di età non dirò nulla. Soprattutto a sua diretta tutela".

A precisa domanda se la Procura si aspetti che il papà di Saman possa tornare in Italia il 10 (lo ha dichiarato al nostro giornale), il procuratore evidenzia un aspetto: "Già la notizia del Belgio (rivelato al nostro caposervizio Saverio Migliari, ndr) la dice lunga sul fatto che doveva far sapere anche agli altri cosa dovevano dire". Nessuna aspettativa, quindi, che il padre di Saman possa tornare.

Nicola Bonafini