Reggio Emilia, 19 dicembre 2023 – sentenza di primo grado del processo per l’omicidio di Saman Abbas, la 18enne pakistana trovata sepolta sotto un rudere a Novellara. Il padre Shabbar dopo la lettura del verdetto è rimasto impassibile, i cugini invece sono scoppiati a piangere.
Ergastolo ai genitori di Saman, 14 anni allo zio Danish, assolti i cugini. Dopo circa 5 ore di Camera di consiglio, i giudici della Corte di Assise di Reggio Emilia hanno emesso laIl commento Ecco cosa stupisce della sentenza di Valerio Baroncini
Il cadavere della giovane fu fatto ritrovare nel novembre 2022 dallo zio Danish Hasnain, uno dei 5 imputati insieme al padre Shabbar Abbas, alla madre Nazia Shaheen (latitante), i cugini Ikram Ijaz e Nomanulhaq Nomanulhaq.
Il procuratore capo Calogero Gaetano Paci e il pubblico ministero Laura Galli avevano chiesto per i genitori l’ergastolo. Erano stati chiesti invece 26 anni per gli altri tre.
Oggi, durante l’ultima giornata del processo, il padre di Saman aveva pianto in aula: “Era il mio cuore, non l’ho uccisa io”.
"Una vergogna che dev'essere cancellata. Basta con l'uso delle donne come se fossero delle schiave, che devono prendere ordini da genitori privi di senso. Bene la condanna, è giusta quando si uccise in modo così efferato una figlia". Lo ha detto al Tg2 Post il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, commentando la sentenza per l'omicidio di Saman Abbas che ha inflitto l'ergastolo ai genitori.
Sentenza omicidio Saman: è caduta per tutti e cinque gli imputati l'aggravante della premeditazione.
"Le sentenze si commentano quando si ha modo di leggere la motivazione. Oggi c'è un dispositivo. Chiaramente Shabbar non l'ha accolta con grande favore, lui si è sempre dichiarato estraneo all'omicidio della figlia", lo ha ribadito l'avvocato del padre di Saman, Enrico Della Capanna, dopo la sentenza della Corte di assise di Reggio Emilia. "Io resto convinto - ha detto - che questo sia un omicidio che discende da un equivoco: quella sera Saman doveva andare via con Saqib e lei era venuta a prenderla. Shabbar ha chiamato il fratello per cercare di fermare Saqib e poi quello che sia successo dopo a noi Shabbar Abbas non lo ha mai detto, ha sempre detto che non lo sa".
"Molto meno di quanto ha chiesto la Procura, ciò nonostante farò appello. Accetto la condanna per aver disperso, sottratto o occultato il cadavere, del resto lo ha fatto ritrovare, però impugnerò per la condanna per omicidio", lo ha spiegato l'avvocato Liborio Cataliotti, difensore di Danish Hasnain, zio di Saman, dopo la lettura della sentenza, parlando coi giornalisti.
Dal dispositivo della sentenza della Corte d'Assise di Reggio Emilia, si deduce che lo zio Danish è stato condannato per omicidio e occultamento di cadavere, mentre i genitori Shabbar e Nazia, padre e madre di Saman, per omicidio aggravato dal legame familiare. Tutti e tre sono stati assolti dall'accusa di sequestro di persona.
Saman "ha avuto giustizia", ma la soddisfazione non è piena. Lo fa capire il sindaco di Novellara Elena Carletti che, commentando a caldo la sentenza di primo grado da poco emessa dalla Corte d'Assise di Reggio Emilia, commenta: "Le sentenze si rispettano ma è chiaro che avevamo immaginato un quadro familiare di coinvolgimento molto più ampio. E tuttavia l'ergastolo ai genitori è in qualche modo un segnale forte". Conclude Carletti: "Prendiamo atto e nei prossimi giorni continueremo a lavorare per essere sempre più pronti rispetto ad un tema che ci riguarda tutti e che richiede una attenzione e una formazione costanti, quando i casi sono di questa complessità".
Nessun risarcimento al fratello e al fidanzato di Saman, costituiti entrambi parte civile nel processo sulla morte della 18enne. Emerge dal dispositivo della Corte di Assise di Reggio Emilia. Risarcimenti sono stati invece concessi alle associazioni sulla violenza contro le donne (25mila euro ciascuno), a quelle islamiche (10mila euro), all'Unione Comuni bassa reggiana (30.000) e al Comune di Novellara (50.000).
Danish Hasnain lo zio di Saman Abbas, ha avuto una pena di 14 anni, pur essendo stato riconosciuto autore materiale dell'omicidio della ragazza, perchè ha beneficiato dello sconto di pena dovuto al rito abbreviato pur se i giudici glielo avevano negato. Questo perché, ha spiegato il suo difensore, Liborio Cataliotti, sono venute meno le aggravanti della premeditazione e dei motivi abietti e futili che avrebbero impedito il rito, e sono state riconosciute le attenuanti generiche.
Dopo la lettura della sentenza che lo condannava all'ergastolo, Shabbar Abbas, padre di Saman, è rimasto impassibile. I due cugini assolti, invece, sono scoppiati a piangere
E' arrivata la sentenza di primo grado sull'omicidio di Saman Abbas: ergastolo ai genitori (il padre Shabbar Abbas e la madre Nazia Shaheen) e 14 anni allo zio Danish Hasnain. Assolti invece i cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq, di cui è stata ordinata l'immediata liberazione. Lo ha deciso la Corte di assise di Reggio Emilia, dopo quasi cinque ore di camera di consiglio.
I giudici della Corte d'Assise di Reggio Emilia sono entrati in camera di consiglio per decidere il verdetto del processo sull'omicidio di Saman. Il padre ha parlato per oltre un'ora e mezza: "Questo processo non è completo. Voglio capire anche io chi l'ha ammazzata, con chi è andata quella notte". La presidente Cristina Beretti non ha dato indicazioni di orario in cui verrà emessa la sentenza di primo grado.
Quello tra Saman e Saqib, il fidanzato della giovane, "non era amore, noi diciamo che non era una bella cosa. Tutti noi parenti eravamo arrabbiati", ha detto Shabbar, spiegando che in particolare ai familiari non piaceva il fatto che i giovani postassero le foto sui social. E riguardo il figlio e fratello di Saman: "La sua lingua ha parlato, il suo cuore non ha parlato. Lui ha detto tutte le bugie, quelle dell'avvocato, dei servizi sociali, dei carabinieri, quelle che avete sentito tutti. Non ha detto la verità. È un ragazzo così".
La parola è tornata agli avvocati della difesa. A parlare per primo Liborio Cataliotti, che rappresenta lo zio Danish Hasnain, indicato come l'esecutore materiale del delitto ma che ha anche aiutato gli inquirenti a ritrovare i resti della ragazza. Il legale prende nuovamente preso di mira la credibilità del fratello di Saman Ali Haider, principale testimone dell'accusa. "È non credibile, non riscontrato e nemmeno disinteressato perché era indagabile", dice Cataliotti. Che aggiunge: "La beatificazione di questo testimone, manca solo che lo facciano santo e gli dedichino un giorno sul calendario, è basata sulla sabbia". Il difensore conclude parlando di "travisamento di prove e dei fatti su cui andrò fino in fondo in Cassazione". Sulla presunta debolezza dell'impianto accusatorio e della mancanza di prove presentate dalla Procura si concentrano anche Maria Grazia Petrella e Luigi Scarcella, che assistono i cugini Ikram Ijaz e Nomanullaq Nomanullaq. Nessuna replica invece dai difensori di Shabbar, Simone Servillo e Enrico della Capanna.
Shabbar ha pianto in aula, rivendicando la propria innocenza: "Non avrei mai pensato di uccidere mia figlia, nemmeno gli animali lo fanno. Saman era il mio cuore, il mio sangue". E ancora: "Io non sapevo perché mia figlia veniva portata via dai servizi sociali. Quando andavo dai carabinieri, mi dicevano 'aspetti fuori. Vai a casa'. Pensavo che fosse perché ero straniero, pachistano e che a loro non fregava niente. Quando tornavo a casa, mia moglie mi diceva 'cosa hanno detto', e io le dovevo dire delle bugie, le dicevo che la settimana dopo avremmo saputo. Lei piangeva, batteva la testa contro il muro. Signori giudici, questi servizi sociali non pensano ai minorenni, non li trattano bene. Questi escono, fumano. È un disastro. Rovinano la vita dei bambini", ha aggiunto.
"Saman era molto intelligente, forte, poi diceva anche bugie. Mia figlia ha detto bugie. Anche questo mi fa male", prosegue Shabbar Abbas in aula, tentando l'ultima carta per evitare l'ergastolo che la Procura ha chiesto per lui. "Signori giudici, i genitori mai pensano male per i figli, anche io non ho mai pensato il male per mia figlia. Sempre le volevo bene, sempre ho lavorato in campagna, sotto le serre, mai sono andato a rubare. Anche io voglio liberarmi di tanti mesi di peso. Figlia mia morta, mia famiglia finita per me. Io dico tutta la verità. Ho sentito mio figlio dire che ho tirato fuori un coltello, che lo picchiavo. Signori giudici, nella mia vita non ho mai picchiato nessuno. Non ho mai picchiato mia figlia o figlio o qualcun altro"
"Ho sentito tante parole false. Non è vero che sono persona ricca, non è vero che sono una persona mafiosa. Non è vero che ho ammazzato una persona qua, una in Pakistan. Non è vero che sono andato a casa di Saqib (il fidanzato di Saman, ndr) a minacciare. Anche questo è falso, come quelli che dicono 'ha ammazzato la figlia ed è scappato via'. Non è vero che la buca è stata scavata il 29 aprile 2021". Lo ha detto Shabbar Abbas, padre di Saman, durante le dichiarazioni spontanee rilasciate in aula. L'uomo ha parlato in italiano.
Lo ha detto avvocato Liborio Cataliotti, legale dello zio di Saman, Danish Hasnain, nelle repliche in corso nel processo per l'omicidio di Saman. "Questa confessione di cui si è parlato non esiste - ha affermato - . Quando Danish parla alla moglie di un "lavoro fatto bene" non dice di averlo fatto lui ma, come sostiene il perito, la sua è un'affermazione impersonale. La traduzione giusta è: 'E' stato fatto bene il lavoro'. Quindi il valore probatorio di queste parole è pari a zero". Cataliottti ha anche fatto riferimento a "ipotesi alternative" rispetto a quella della Procura che ha individuato in Danish l'uomo che avrebbe strozzato la ragazza.
Si è aperta con le repliche delle difese l'udienza del processo per l'omicidio di Saman Abbas. In serata, qui nell'aula della corte di assise del tribunale di Reggio Emilia, è attesa la sentenza di primo grado