Reggio Emilia, 31 agosto 2018 – "L'estradizione dal Pakistan del padre di Saman Abbas, imputato in Italia per il selvaggio omicidio della figlia Saman, è un passo avanti importante per consentire alla giustizia di fare il suo corso. È il frutto della grande e costante determinazione dimostrata in questo caso così delicato e complesso da tutte le Autorità italiane. Determinazione, lavoro e impegno che hanno dato frutti e che, unitamente alla collaborazione mostrata dalle autorità pakistane, ci permettono ora di ottenere questo obiettivo così significativo", lo dice la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
La conferma dell’estradizione dal Pakistan di Shabbar Abbas era arrivata già dal ministro della Giustizia Carlo Nordio, tramite una nota: “Il padre di Saman è in viaggio verso l’Italia. Un grande risultato per una piena risposta di giustizia dopo un atroce delitto”.
“Un passo in avanti affinché la giustizia possa compiere fino in fondo il suo percorso – ha detto il Guardasigilli – La consegna all'Italia dell’uomo rappresenta un importantissimo risultato, frutto di una intensa e proficua collaborazione del Ministero della Giustizia attraverso in particolare il Dipartimento degli Affari di giustizia con gli uffici giudiziari di Reggio, con il Ministero dell'Interno e con il Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale”.
Dopo mesi di richieste e attese, il Governo di Islamabad ha così accolto la richiesta del Ministero della Giustizia per l'estradizione in Italia di Shabbar, imputato a Reggio per la barbara uccisione della figlia Saman nella notte tra il 30 aprile e il 1° maggio 2021 a Novellara. “Un traguardo quasi insperato, per una procedura estremamente complessa e delicata, dal valore fortemente anche simbolico e dal significato ancor maggiore in assenza di accordi bilaterali di estradizione tra Italia e Pakistan. Voglio per questo ringraziare le autorità pakistane, per aver compreso l'importanza per il nostro Paese di assicurare una piena risposta di giustizia per un delitto che ha sconvolto le nostre coscienze”, ha concluso il Ministro Nordio.
L’aereo che riporterà Shabbar Abbas in Italia è partito alle 16,15 (ore italiane) da Islamabad. Stando a quanto comunicato dai carabinieri, l’arrivo è previsto per le prime ore della mattina di domani all’aeroporto di Roma Ciampino dove sarà presto in consegna dalla polizia penitenziaria. Poi verrà accompagnato al carcere di Rebibbia in attesa della definitiva traduzione in una casa circondariale emiliana non ancora comunicata, a disposizione dell’autorità giudiziaria reggiana.
La notizia era stata anticipata stamattina all’Ansa da un funzionario del ministero degli Interni pachistano che due giorni fa ha concesso l'estradizione: “Un aereo speciale delle forze aeree italiane è atterrato a Islamabad. Riporterà in Italia Shabbar Abbas nella notte all'1,55”.
L’uomo è accusato dell'omicidio della figlia 18enne Saman, avvenuto nella notte tra il 30 aprile e il 1° maggio 2021 a Novellara, insieme ad altri quattro familiari (i cugini Nomanhulaq Nomanhulaq e Ikram Ijaz, entrambi in carcere a Reggio, oltre alla madre della ragazza Nazia Shaheen, l’unica ancora latitante). L’8 settembre riprenderà il processo per l’omicidio in tribunale a Reggio.
Chi è Shabbar Abbas
Il padre di Saman, Shabbar Abbas, ha 47 anni e, secondo la descrizione che ne fa l'informativa dei carabinieri nella ricostruzione investigativa del delitto della figlia, viene descritto come "un tipo litigioso, facile all'ira e dedito all'alcol".
E' questo il quadro inquietante che fanno gli investigatori che hanno indagato sull'omicidio della 18enne pachistana Saman Abbas, di cui il padre - sempre citando il capo accusatorio utilizzato dalla Procura - ne è stato il "determinatore".
Shabbar Abbas ha vissuto in Pakistan fino al 2013, quando è approdato da solo in Italia, scegliendo Novellara, paese della Bassa in provincia di Reggio Emilia, come nuovo luogo dove vivere. Tre anni dopo lo hanno raggiunto anche la moglie Nazia e i figli Saman e Ali Haider.
E proprio la moglie avrebbe deciso insieme al marito l'uccisione di Saman "perché la ragazza non viveva secondo i dettami culturali musulmani e pakistani", era scappata di casa, si era rivolta ai servizi sociali che l'avevano collocata in una comunità protetta e aveva intrapreso una relazione con un ragazzo pakistano in Italia, rifiutandosi di sposare il fidanzato scelto dai genitori in Pakistan così disonorando la famiglia.