
Saman, polemica legale sui social: "Incidente? È una tesi difensiva"
Ha scatenato polemiche il post pubblicato dall’avvocato Maura Simonazzi sul processo per la morte di Saman Abbas, caso poi sollevato sul Carlino. Lei ha puntato il dito contro la tesi difensiva, esposta a margine del dibattimento dall’avvocato difensore Enrico Della Capanna, secondo cui la morte della 18enne pakistana potrebbe essere dovuta anche a un "incidente", ipotizzando che "potrebbe essere stata afferrata con forza da un parente nel tentativo di non farla andare via, e nel farlo le abbia spezzato l’osso del collo". Simonazzi ha scritto che "le vittime di femminicidio sono nuovamente violate nelle aule giudiziarie anche attraverso tesi difensive come questa", raccogliendo il consenso di donne che fanno l’avvocato e criminologhe.
L’avvocato Matteo Marchesini ha ribattuto sul social con un intervento che ha ottenuto i like di diversi colleghi e colleghe: "La tesi difensiva di un imputato, proposta da un avvocato, potrebbe apparire offensiva per i sentimenti della vittima, ma il ruolo del difensore è quello di rappresentare al meglio gli interessi del suo assistito. Questo può comportare l’esplorazione di diverse strategie di difesa, comprese quelle che potrebbero mettere in discussione le testimonianze a favore delle vittime, o rese da queste ultime, o altrimenti sembrare controverse ed estreme. Tuttavia il sistema legale fornisce meccanismi per proteggere anche i diritti di chi viene definita vittima del reato, ed è compito del giudice assicurare che il processo sia equo sia per l’imputato sia per la parte lesa".
Simonazzi gli ha replicato: "Ti conosco come penalista serio e preparato e quindi non ho nulla da eccepire su quanto dici sulla difesa tecnica. Ho invece riflettuto molto sulla diffusione ai media nazionali di queste legittime tesi difensive, declinate però in modo contrario all’evidenza processuale e dopo la rivelazione di gravi minacce al testimone. E anche sulle critiche ben poco velate all’attività degli investigatori, anche queste esposte in zona ‘Cesarini’. Resto perplessa sull’uso della parola incidente in questo processo".
Nel frattempo altri due personaggi hanno espresso condivisione della tesi di Simonazzi con un like: si tratta di Guido Bonini, figlio del killer Paolo Bonini, e della farmacista e criminologa di Rimini Simonetta Molinaro che parla di "apoteosi della vittimizzazione secondaria".
Alessandra Codeluppi