Saman sepolta a Guastalla? "Molto difficile"

Gli investigatori non credono all’ipotesi: l’auto sarebbe stata rintracciata e i cani avrebbero annusato le tracce di sangue

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di Antonio Lecci

Il corpo di Saman Abbas tagliato in pezzi che sarebbero poi stati nascosti a Guastalla?

L’ipotesi emersa dall’interrogatorio del fratello minore della giovane pakistana (che si ritiene sia stata uccisa da un piano architettato dai familiari per punirla del rifiuto di sottoporsi a un matrimonio forzato con un cugino in Pakistan) non sembra essere considerata attendibile dagli investigatori che hanno effettuato le dovute verifiche senza trovare riscontri di nessun tipo.

La frase attribuita a uno dei parenti, durante una "riunione di famiglia" nella casa degli Abbas nel pomeriggio del 30 aprile, in via Colombo a Novellara, farebbe pensare a una maggiore drammaticità e crudeltà in una storia già terribile.

"Io faccio piccoli pezzi e se volete li porto a Guastalla. Buttiamola là, perché così non va bene". Questa è la frase che il fratello minore di Saman ha dichiarato di aver sentito da uno dei partecipanti a quella riunione, a cui era presente pure lo zio Danish Hasnain, ritenuto l’esecutore materiale del presunto delitto della ragazza.

Quella frase preannunciava il terribile e reale piano della famiglia per uccidere la malcapitata giovane? Difficile capirlo in una vicenda così intricata. Va detto, però, che l’interrogatorio al giovane fratello della vittima risale alla metà di giugno. Da quel momento i riscontri sono stati effettuati ma, malgrado quelle parole, gli investigatori per settimane, anche dopo quell’interrogatorio, hanno deciso che si dovesse continuare a cercare senza sosta nei terreni tra i campi e le serre attorno alla casa occupata dagli Abbas fino al primo maggio scorso.

Non risultano infatti delle ricerche altrettanto intense nella zona di Guastalla, indicata dalla frase incriminata, come possibile luogo dove nascondere i resti di saman. Anche perché, va detto, nessuno sa dove potrebbe essere la tomba di saman se fosse stata trasportata e sepolta a Guastalla. Sarebbe davvero come cercare un ago in un pagliaio.

Ovviamente, come detto, gli investigatori hanno effettuato degli accertamenti. Innanzitutto i controlli in tutta una vasta area attorno alla casa di via Colombo, anche nei casolari abbandonato dove poteva esserci stato lo "smembramento" del corpo di Saman. E poi un accurato studio delle immagini della videosorveglianza della zona, tra Novellara verso Reggiolo e soprattutto verso Guastalla.

Quei giorni era in vigore il "coprifuoco" con divieto di uscita dalle 22 alle 5. Un qualunque veicolo in circolazione non sarebbe passato inosservato in quella zona, dove già c’erano forze dell’ordine giorno e notte per le indagini sul presunto omicidio della diciottenne pakistana.

Inoltre, un’operazione sul corpo di Saman, come quella di cui si sarebbe parlato all’incontro tra parenti il 30 aprile, avrebbe dovuto lasciare tracce o segni del sangue. E a quel punto quegli elementi non sarebbero passati inosservati ai cani dell’associazione ticinese, giunti appositamente dalla Svizzera con animali specializzati proprio nella ricerca di tracce e odori di sostanze come il sangue. Gli accertamenti, con battute a vasto raggio dei cani addestrati, non avevano dato esito. Per questo le indagini, nonostante i nuovi elementi emersi a metà giugno, sono proseguite ancora nei campi e nelle serre tra via Colombo e strada Reatino, ipotizzando che gli inquirenti avessero elementi sufficienti per proseguire le indagini sulla pista iniziale.