Novellara (Reggio Emilia), 12 novembre 2023 – "Ci daremo pace solo dopo aver dato a Saman degna sepoltura e solo dopo la fine del processo. Non non c’è cittadino di Novellara che non voglia giustizia e la fine del calvario di quei poveri resti. Una volta che ci sarà la sentenza, spero riusciremo ad organizzare il funerale secondo le volontà del fratello. Abbiamo inoltre intenzione di organizzare iniziative in memoria di Saman". Così la sindaca Elena Carletti a pochi giorni dall’anniversario del ritrovamento della fossa in cui, in un casolare diroccato della Bassa reggiana, era stato occultato il corpo della giovane pakistana uccisa dai parenti perché intendeva sottrarsi ad un matrimonio combinato. Un anno molto difficile, psicologicamente, per i novellaresi, loro malgrado al centro di una vicenda che ha suscitato commozione, orrore e sdegno in tutt’Italia.
Novellara da decenni era un punto di riferimento in Italia nel dialogo interculturale e interreligioso. Come ha reagito al delitto?
"È stato quasi un omicidio rituale, per motivi di onore… E allora ci siamo interrogati sul da farsi, abbiamo implementato servizi che già esistevano ed attivato nuovi progetti. Accanto al Centro culturale dedicato alle donne straniere, ora ci sono i ‘Sensori di comunità’ per intercettare quelle situazioni dietro alle porte di casa, che altrimenti non riusciremmo a raggiungere".
È servito?
"Sì, sono state sottratte da situazioni di violenza una decina di altre donne, alcune ragazze come Saman che non vogliono sottostare a tradizioni oppressive".
Cosa sono i sensori di comunità?
"Una sorta di controllo di vicinato avanzato. Insieme all’Università di Venezia abbiamo fatto formazione ad esercenti, amministratori di condominio, volontari in modo che siano le nostre antenne laddove i Servizi sociali non arrivano. Raccogliamo così segnalazioni di situazioni a rischio diverse. Spesso una vittima di violenza non va dai carabinieri o viene in Municipio, ma magari confida il proprio disagio alla commerciante amica. Oggi se un barista o un insegnante vede una giovane che soffre, che all’improvviso inizia a vestirsi con abiti tradizionali, ci segnala il potenziale pericolo".
Quanti stranieri abitano sul vostro territorio?
"Sono presenti 50 nazionalità e, tra nuove cittadinanze italiane e seconde generazioni, si è perso il conto di quanti novellaresi abbiano origini straniere. La ghettizzazione produce i problemi. Qui abbiamo due importanti templi, quello Sikh e quello Hindu, dove a breve andrò a festeggiare il Diwali: sono luoghi aperti a tutti. Di contro la comunità islamica non ha un centro di riferimento. Anche questo, forse, non ha fatto vedere cosa accadeva in casa Abbas".
Il 25 Novembre è la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Eventi in programma?
"Certo. Si comincia proprio oggi (ieri per chi legge, ndr) con una conferenza in teatro della psicologa Ameya Canovi, con cui già lo scorso anno abbiamo attivato una collaborazione".
Come opera il Centro culturale dedicato alle donne, il primo nel Reggiano?
"Lo abbiamo pensato nel 2014, e la nuova sede è stata inaugurata nel 2018. È un osservatorio di contrasto alla violenza, dove ci si può incontrare e fare nuove amicizie, assistere a rassegne cinematografiche a tema, effettuare visite senologiche o seguire corsi propedeutici alla patente di guida. Evidentemente a Saman non è servito. Per questo dopo la sua morte abbiamo fatto corsi per aumentare il livello di competenze non solo degli assistenti sociali, ma anche degli operatori del Centro. Come la video-sorveglianza non controlla tutti i vicoli, così senza una cittadinanza attiva non potremo intercettare tutte le nuove potenziali Saman".