I messaggi di Saman: "Zia è sempre contro di me. Non vuole che usi il cellulare"

Secondo l’accusa la sorella del padre della 18enne era a casa loro e "ha influito sulla decisione" di farla sparire

Novellara (Reggio Emilia), 3 ottobre 2022 - Una zia che rimprovera i genitori di Saman Abbas di "viziare troppo" la figlia. Permettendole di avere addirittura un cellulare: secondo la donna, se la giovane non lo avesse avuto, non si sarebbe comportata nello stesso modo. Il riferimento implicito sembra essere alle sue fughe con i ragazzi che aveva conosciuto sui social network. Dopo le scuole medie Saman viveva in casa dedicandosi alle faccende domestiche insieme alla madre. Ma grazie al cellulare era riuscita ad aprirsi una finestra sul mondo. La zia, sorella del padre Shabbar Abbas è Shamsa Batool: non è imputata nel processo che partirà a febbraio, ma nei suoi confronti era stato emesso un mandato di indagine europeo dopo la sparizione della 18enne. Ora è introvabile.

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Saman Abbas
Saman Abbas

La donna, 42 anni, ha abitato a lungo a Novellara con marito e figli. Nel periodo della scomparsa di Saman viveva in Inghilterra: ed è da qui che ha inviato al fratello minore della 18enne, il primo maggio 2021, un messaggio che gli inquirenti ritengono fondamentale, in cui lei sembra impartire istruzioni perché non trapeli la trama omicida che la famiglia avrebbe tessuto. Riferendosi ai cugini Ikram Ijaz, Nomanulhaq Nomanulhaq, e allo zio Hasnain, scrisse al fratello di Saman: "Spiega a loro questa cosa, che la polizia ha portato via, non devi dire niente di più, mamma stava male e papà l’ha portata in Pakistan".

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Parole che alludono al viaggio dei genitori di Saman, Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, latitanti e al centro di una richiesta di estradizione da parte dell’Italia.

Nel maggio 2021 la polizia inglese cercò Shamsa per sentirla sulla sparizione di Saman, ma non la trovò: si era trasferita in Pakistan. Ma da allora, secondo quanto emerge dagli atti processuali, è diventata irreperibile.

La figura della zia emerge anche negli ultimi giorni trascorsi da Saman nella sua casa di Novellara. Dal 26 aprile 2021 la 18enne riferisce infatti al suo fidanzato in Italia Ayub Saqib, tramite messaggi, che la zia paterna è presente nella loro casa e che con ogni probabilità farà rientro in Inghilterra il 4 maggio. "La ragazza fa trasparire astio verso la zia che definisce essere sempre stata contro di lei perché Saman non risultava essere una buona musulmana", scrivono gli investigatori. Che per la zia (non imputata) parlano di "ruolo di grande interesse investigativo", in quanto "ha sicuramente influito sulle decisioni prese da Shabbar e da Danish, indicato dal fratello di Saman quale esecutore materiale dall’omicidio insieme ai cugini Nomanulhaq e Ijaz".

Ecco cosa scriveva il 26 aprile 2021 Saman al fidanzato Saqib, descrivendo le critiche che la zia rivolgeva ai suoi genitori: "Adesso noi eravamo giù seduti a mangiare, la zia ha detto che la mamma ha detto così, la mamma ha detto prendi i soldi dal papà che domattina presto va via che poi vai e prendi il telefono. La zia ha detto no perché le dovete prendere il telefono? Prima il nostro telefono non ha fatto abbastanza danni, se non c’era il telefono lei non usciva di casa, voi l’avete troppo viziata lei, avete una ragazza e non riuscite a gestirla, se era mia figlia volevo vedere come riusciva a fare tutto ciò".

In un altro messaggio a Saqib datato 28 aprile Saman allude a un litigio con la zia: "Te lo giuro amico mi ha detto tante cose, mi ha detto che sono una cagna, io le ho detto che eri tu una cagna e tutta la tua famiglia è una cagna... ho sentito troppe tue cose, adesso se ne fai anche solo una con me, vedi cosa faccio io con te, mi stava per alzare le mani, io gli ho detto prova a toccarmi e vedrai che ti faccio". E ancora: "Il papà ha detto matta non si dicono certe cose, poi il papà non ha detto niente, anche il papà sa che stava dicendo delle cose da quando è arrivata, il papà non mi ha detto niente".