Saman, la fuga dello zio in bici e in treno. Un cugino: "Nozze forzate? Aveva detto sì"

"Però qualcosa deve essere poi successo...". Il fratello minorenne della giovane che ha raccontato il delitto sarà sentito venerdì dal giudice

Le ricerche di Saman (nel riquadro)

Le ricerche di Saman (nel riquadro)

Novellara (Reggio Emilia), 15 giugno 2021 - "Sono andato a comprare un biglietto aereo per il Pakistan, ma solo per la madre di Saman. Quando la ragazza ancora non era scomparsa. Ma io non c’entro nulla con questa storia, non ho aiutato nessuno a scappare...".

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A parlare è un cugino della 18enne pachistana che si presume essere stata ammazzata a Novellara, nella Bassa Reggiana. Chiede l’anonimato – "per non avere problemi", spiega – A.A., il 38enne familiare (dalla parte degli Abbas, quindi di Shabbar, padre di Saman) che tuttora lavora nella stessa azienda agricola di cui Shabbar era custode finché non si è reso latitante in patria. È stato più volte ascoltato dagli inquirenti,ma non è indagato.

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Quand’è stata l’ultima volta che ha visto Saman?

"Quando ho ricevuto l’incarico dal padre Shabbar di acquistare il volo aereo per il Pakistan. Era intorno al 25 aprile circa".

Per chi era il biglietto?

"Solo per Nazia, la madre di Saman. Shabbar mi aveva chiesto questo favore. Non ci ho visto nulla di strano. Lui non voleva andare in questo negozio pachistano di Novellara perché aveva un debito".

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Quindi Shabbar ha comprato un biglietto per sé successivamente?

"Non lo so, presumo di sì. Ma io l’ho preso solo per la moglie. Quel che sapevo l’ho già detto tutto ai carabinieri".

Il fatto che siano partiti così all’improvviso non le ha destato qualche sospetto? Che idea si è fatto di questa vicenda?

"Qualcosa credo sia successo, è vero. Anche perché non mi spiego perché i genitori siano andati via. Per essere scappati, significa che qualcosa non andasse. Ho sentito anche Shabbar riferire che sarebbe tornato il 10 giugno e che sua figlia sarebbe viva in Belgio. Secondo me non è così... Sono senza parole e mi dispiace di tutta questa storia".

Com’era Saman?

"Una brava ragazza. Era simpatica e spesso ridevamo insieme. Sembrava tutto ok, era tranquilla. Poi quel che succedesse in casa non lo so. Io non vivevo con loro, ma fuori Novellara. Ricordo che quando era stata in comunità, la mamma piangeva perché era lontana. La mamma è sempre la mamma. Ogni tanto mi chiedevano di chiamarla e di dirle che i suoi erano preoccupati per lei".

E del matrimonio combinato cosa sa?

"Un anno fa, ad agosto circa, Saman era andata in Pakistan per conoscere questo cugino più grande di lei, di 30 anni più o meno. A lei andava bene. Poi quando è tornata, non so cosa sia successo, si è rifiutata. Forse ha trovato un altro ragazzo. La nostra cultura non costringe nessuno, se fosse accaduto quel che dicono sarebbe una brutta figura per la famiglia".

Dal Pakistan le hanno detto qualcosa i suoi familiari?

"Mio padre è in Inghilterra da mia sorella, mia madre è in Pakistan. Mi ha chiamato preoccupata perché lì i giornali parlano di Saman e hanno scritto che io ho comprato questo biglietto. Ci tengo a dire che non ho aiutato nessuno a scappare".

Non le hanno detto dove si trovano i genitori di Saman?

"Penso siano tornati a casa, a Mandi Bahauddin. Però nessuno mi ha detto nulla su di loro".

Lo zio Danish era violento?

"Ci lavoravo assieme. Non ci sono mai stati problemi".