Reggio Emilia, sassi contro auto, colpita una bimba

Il grave episodio nella notte a Gavassa. La piccola al pronto soccorso

Il finestrino rotto dal sasso

Il finestrino rotto dal sasso

Reggio Emilia, 13 luglio 2017 - Un episodio gravissimo, quello accaduto nella notte fra martedì e mercoledì a Gavassa. Una tragedia sfiorata, dato che un’auto è stata colpita dal lancio di un sasso, che ha sfondato il finestrino e raggiunto il seggiolino in cui viaggiava una bimba di quattro anni, a bordo con la famiglia. «È successo verso l’una e un quarto, mentre stavo tornando a casa da Montecchio – racconta Andrea Borghi, 41 anni, volontario della protezione civile della Val d’Enza –. Eravamo a Gavassa, poco dopo il ristorante Chilometro Zero, andavamo a casa, verso Massenzatico. Al volante c’era mia moglie, Elisa Pergreffi, 34 anni, anche lei volontaria. A un certo punto abbiamo sentito un grosso botto nel lato posteriore sinistro della macchina, una Renaul Megane familiare, dove c’era il seggiolino della mia bimba di quattro anni. Mi sono fermato e abbiamo guardato la bambina. Il vetro era andato in frantumi e i pezzi di vetro erano caduti sul seggiolino e su tutto il sedile posteriore». Borghi ha allertato subito i carabinieri, giunti sul posto con tre pattuglie. E la bimba è stata accompagnata dai genitori al pronto soccorso. «Per fortuna aveva solo piccoli taglietti sulle gambe. L’hanno disinfettata, per togliere la polvere del vetro. In macchina abbiamo trovato il sasso, proprio sul seggiolino. Era grosso come una pallina da ping pong. Lei si è spaventata, ha pianto, stava dormendo. Poi però siamo riusciti a calmarla. È andata bene... ». Subito dopo l’episodio Borghi ha provato a cercare nel buio, con una torcia. «Ma non abbiamo trovato nessuno. I residenti però mi hanno detto che la settimana scorsa un uomo, sempre in quella zona, è stato colpito in auto da un sasso. Ed è successo anche a una donna. Un ragazzo 5 minuti prima di me ha ricevuto un colpo sulla macchina mentre si era fermato a prendere le sigarette – conclude Borghi –. Si nascondono tra le siepi di un’azienda agricola, arrivavano dal lato. È pericolosissimo. Spero che questa assurdità finisca presto».