
Sos della Cisl: "Progettate per altri tempi e non al passo con le esigenze didattiche e ambientali del presente. Inadatte al clima, sono fredde anche d’inverno. Si ignora il benessere di studenti e lavoratori".
La scuola è appena terminata ma la sede reggiana di Cisl Scuola Emilia Centrale non manda tutti in vacanza, anzi Ciro Fiore, segretario generale aggiunto della Cisl Scuola Emilia Centrale, elenca le criticità che emergono, sul territorio di Reggio Emilia, al termine dell’anno scolastico.
"Ultima campanella? No, solo l’inizio di nuove incertezze: la scuola tra precarietà, sovraccarico e silenzi istituzionali – tuona Fiore – chiude il registro, ma non i suoi problemi: in questi giorni si conclude formalmente un anno scolastico che per molti lavoratori e lavoratrici dell’istruzione pubblica è stato l’ennesimo banco di prova, più che un percorso sereno di crescita professionale ed educativa. Come Cisl Scuola Emilia Centrale, vogliamo raccogliere il grido sommesso che proviene dalle aule e dai corridoi delle nostre scuole. Un grido di affanno, ma anche di dedizione. Un grido che riguarda tanto i docenti quanto il personale Ata, troppo spesso dimenticato eppure pilastro imprescindibile del funzionamento quotidiano degli istituti. I docenti non sono più solo insegnanti. Sono diventati esperti amministrativi, interpreti di circolari complesse che sottraggono tempo ed energia all’essenza stessa dell’insegnamento: educare, motivare, costruire futuro. Il personale Ata lavora in condizioni sempre più difficili. Gli organici sono insufficienti, le competenze non valorizzate, le richieste in continua espansione. I dirigenti scolastici, a loro volta, sono lasciati soli nella gestione quotidiana di un sistema in continuo affanno".
A tutto questo si aggiunge una questione non più rinviabile: lo stato degli edifici scolastici. "Troppe scuole – continua Fiore – sono vecchie e progettate per altri tempi e assolutamente non al passo con le esigenze didattiche, pedagogiche e ambientali del presente. Strutture fatiscenti, calde d’estate e fredde d’inverno, a volte persino prive di spazi adeguati per la disabilità, la didattica laboratoriale o il benessere di studenti e lavoratori".
Poi si passa al capitolo precarietà.
"L’estate – conclude Fiore –, per migliaia di precari, è la stagione dell’ansia. Le scadenze per ruoli, supplenze, assegnazioni e domande si concentrano tra luglio e agosto. La politica è abilissima nel mascherare i problemi reali: si presentano strumenti tecnici come innovazioni epocali, ma si continua a ignorare il nodo centrale del precariato cronico. Le previsioni per il prossimo anno scolastico non sono rassicuranti. L’istruzione non può reggersi sulla buona volontà di chi vi lavora. Servono scelte politiche forti e strutturali. Se a Reggio Emilia è nata la bandiera, simbolo di identità e unità nazionale, è proprio da qui che può e deve rinascere una scuola pubblica forte, giusta, stabile".
Cesare Corbelli