di Francesca Chilloni
"La messa in sicurezza di una scuola non è una qualsiasi opera pubblica, deve costituire una priorità assoluta. A fronte del rinvio delle opere, ci chiediamo se gli amministratori abbiano operato con questa precisa consapevolezza".
Lo domandano i consiglieri comunali di Alternativa civica dopo che si è scoperto che ritarderanno di un altro anno i lavori per la messa in sicurezza sismica della scuola dell’infanzia Rodari di Calerno. L’amministrazione comunale ha infatti nelle scorse ore revocato la gara d’appalto per il rifacimento del tetto dell’edificio (importo 400mila euro) a causa dell’anomalo ed elevato ribasso proposto dalla ditta siciliana che se l’era aggiudicato e che non ha voluto spiegare come sarebbe riuscita a lavorare con prezzi così fuori mercato.
"È un intervento che noi giudichiamo urgente - sottolineano sottolineano Slvia Ferrari, Marco Orlandini ed Alberto Iotti - Parliamo di sicurezza nei confronti dei bambini e dei lavoratori, che sconta un ritardo nell’avvio della progettazione legato agli studi propedeutici affidati alle Università di Parma e Pisa nel lontano 2015 e terminati nel settembre 2021. Un intervallo di tempo lunghissimo che testimonia la poca attenzione di questa amministrazione sul tema sicurezza sismica degli edifici pubblici".
La realizzazione dei lavori era prevista durante la chiusura estiva per evitare disagi ai bambini ed ai lavoratori, ma il cantiere slitta ora alla chiusura del 2024: bambini e lavoratori per un altro anno dovranno vivere in un edificio a rischio in caso di terremoto. Per Alternativa sull’appalto "ha pesato anche i tempi strettissimi del calendario definito dal Comune, che non aveva alcuna elasticità a disposizione, ad esempio per l’affidamento all’impresa seconda qualificata". Nell’ottobre 2021 è stato definito lo studio di fattibilità; l’approvazione del progetto esecutivo è avvenuta a dicembre 2022. Con l’apertura della gara di appalto nel marzo 2023 "non c’era margine di manovra a fronte di alcun imprevisto", come ad esempio una ditta dell’agrigentino che propone un ribasso del 21,21% a fronte dei ribassi del 12,2%, 10,8% e 2,8% offerti dagli altri operatori economici partecipanti alla procedura.
Come dice lo stesso provvedimento di revoca comunicato tre giorni fa all’Ufficio appalti dell’Unione Val d’Enza, si devono svolgere lavorazioni altamente specialistiche e ci sono tempi lunghi per l’approntamento delle nuove capriate in legno su misura: "Era necessaria una migliore tempistica per lo svolgimento della progettazione e della gara d’appalto, vista la rigidità del periodo di esecuzione dei lavori", concludono i consiglieri di minoranza.