
"Ci sono due modi per affrontare il post Referendum e il suo risultato: negarlo, come qualcuno a sinistra si ostina...
"Ci sono due modi per affrontare il post Referendum e il suo risultato: negarlo, come qualcuno a sinistra si ostina a fare o prenderne atto con realismo e discuterne apertamente". Inizia così la riflessione a firma di Claudio Guidetti, presidente regionale e segretario provinciale di Azione: "La scelta del Referendum è stata una scelta politica – prosegue – con l’obiettivo di rivendicarla mascherata da motivazioni troppo tecniche per permettere un giudizio corretto. Non si interviene attraverso un referendum su materie così complesse come il lavoro.
E si tende a passare quasi sotto silenzio la differenza di percentuale, nel voto, tra i quattro quesiti sul lavoro e quello sulla cittadinanza: segno che ci sono problematiche complesse che non si piegano a semplicistici slogan di partito e devono essere ben curate nella rappresentazione. Trasformare questo referendum in una conta tutta interna alla sinistra massimalista e in una consultazione contro Giorgia Meloni è stato un clamoroso errore".
"Se la sinistra continua a farsi trascinare in battaglie ideologiche novecentesche, rinunciando ad una opposizione seria, non andrà da nessuna parte e condannerà il Paese ad un lungo periodo di governo della destra – rincara Guidetti –. Esiste ancora, nel Pd reggiano, un’anima “riformista’, che sappia affrontare i problemi della nostra società in un’ottica di governo del cambiamento, lontano da ideologismi fuori dal tempo e dai bisogni reali, con cui avviare un dialogo costruttivo? Esiste ancora o è stata normalizzata per debolezza o necessità? Se si, batta un colpo con coraggio e dignità e noi ci saremo: perché quella del “riformismo” è l’area, transpartitica, su cui può fondarsi la possibilità vera di battere il destra-centra".