"Se siamo qui è per Guglielmo, cronista del Giro"

Il direttore della kermesse consegna una targa al figlio Ezio, storico caposervizio del Carlino

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Se l’undicesima tappa del Giro d’Italia è arrivata in viale Isonzo, il motivo è solo uno: Guglielmo Fanticini.

Il giornalista reggiano, celebre firma della Gazzetta dello Sport, morì a seguito di un malore proprio mentre seguiva la Corsa Rosa, il 18 maggio del 1982 durante la Roma-Caserta. Quarant’anni fa esatti. Così gli organizzatori del Giro hanno donato una targa commemorativa al figlio Ezio, a sua volta collaboratore della Gazzetta dello Sport e storico caposervizio dello sport proprio al Carlino Reggio, a fianco della casa di viale Isonzo dove abita la famiglia Fanticini.

E’ stato il direttore del Giro d’Italia Mauro Vegni a consegnare l’omaggio, assieme al sindaco Vecchi e al direttore di tappa Giorgio Cimurri: "Abbiamo il dovere di ricordare le figure che hanno fatto la storia della Corsa Rosa anche se parliamo di tanti anni fa – le sue parole dopo la foto di rito –. Guglielmo era conosciuto e ammirato da tutti. E seppure fossero i primi anni in cui seguivo il Giro, lo ricordo anche io con grande affetto".

Visibilmente emozionato anche Ezio Fanticini: "Sono passati 40 anni esatti, e questo è il modo più bello per ricordare la grande passione che aveva per il Giro. Di fatto, è come se la nostra famiglia avesse sempre avuto la Maglia Rosa".

Il direttore Vegni ha poi ringraziato anche la città di Reggio, a maggior ragione dopo i due arrivi di tappa negli ultimi 5 anni considerando quello del 2017 (anche in quella occasione organizzata il 18 maggio): "C’è una grande atmosfera, ed è indubbiamente una delle città che ha fatto la storia italiana, in tutti i sensi. E vedere una simile risposta di pubblico è entusiasmante".

Stefano Chiossi