"Seggiovia? Abbiamo fatto il possibile"

Il commento del sindaco Elio Ivo Sassi sulla chiusura dell’impianto a Febbio: "Non meritiamo sfiducia"

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Il fermo della seggiovia di Febbio per ragioni tecniche di sicurezza, è una notizia non gradita al sindaco di Villa Minozzo il cui impegno volto alla promozione del turismo estivo è ben noto. Sul tema della mancata apertura delle seggiovie di Febbio, annunciato nell’edizione di ieri, Elio Ivo Sassi afferma: "Ovviamente dispiace a tutti che la stazione di Febbio non riapra, ma non è perché non si sia fatto abbastanza per aprire la seggiovia, bensì per motivi opposti. Come Comune da mesi stiamo lavorando assieme all’Unione Comuni dell’Appennino, Regione e al gestore nel tentativo di riaprire gli impianti. Lo scorso ottobre ci trovavamo con un impianto non più a norma, che non poteva quindi essere attivato. Poi è partito un contenzioso in atto con la proprietà degli Usi Civici di Febbio, la cui rappresentanza è cambiata attraverso recenti elezioni del nuovo consiglio, con perdita di tempo e di risorse che abbiamo dovuto impegnare in una diatriba legale e che invece avrebbero potuto essere investite, per esempio, per un Parco giochi a Febbio".

Il Comune ha proseguito il lavoro con un gestore, La Contessa, che di fatto si è reinventato Febbio dopo il fallimento, portando la località a richiamare migliaia di turisti soprattutto in estate. "Sull’impianto della 1500 i lavori sono ormai a compimento – aggiunge il sindaco Sassi – insieme alla Regione abbiamo messo sul piatto 800mila euro. Ora ci sono in ballo le pratiche per l’esercizio che purtroppo richiedono tempo. Sappiamo che c’era una componente fortemente avversa all’attuale gestore di Febbio, ma noi abbiamo scelto di lavorare e investire con forza, con l’impegno di riaprire solo in piena sicurezza. La sfiducia che noto in questa situazione, onestamente non ce la meritiamo perché stiamo lavorando con grandissimo impegno ogni giorno. Abbiamo anche investito su una nuova ruota posta all’arrivo della 2000 e un nuovo sistema di sicurezza elettronico. Lavoriamo sulla riapertura degli impianti, ma anche sulla promozione del crinale appenninico. Da rivedere anche l’uso del territorio, come i grandi greggi lasciati in custodia solo da gruppi di cani maremmani in contrasto con l’uso turistico. Non dimentichiamo l’episodio dell’estate scorsa quando, pochi giorni prima del concerto di Max Gazzè, 150 asini lasciati liberi al pascolo, invasero l’area in cui doveva tenersi il concerto".

s.b.