"Senza di loro la biodiversità è in pericolo"

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Mauro

Mandrioli*

Venerdì 20 maggio si è celebrata la giornata mondiale delle api per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza degli impollinatori per i nostri ecosistemi. Da ormai quasi vent’anni si registra, infatti, una consistente riduzione nel numero degli insetti impollinatori. In particolare, api selvatiche e bombi si trovano a dover fronteggiare simultaneamente numerose difficili sfide. L’uomo sta modificando in modo sempre più marcato gli ambienti naturali e di conseguenza questi insetti hanno difficoltà a trovare il cibo di cui necessitano e i siti in cui nidificare. Inoltre, alcuni agrofarmaci usati in agricoltura (anche biologica) sono nocivi per questi insetti. A rendere ancora più drammatica la situazione vi è poi il riscaldamento globale che ha effetti negativi sulla maggior parte degli impollinatori. Le api domestiche (simbolo di questa giornata) sono forse, su scala globale, gli impollinatori a oggi meno minacciati, ma la loro abbondanza varia notevolmente da nazione a nazione. Nonostante le continue cure degli apicoltori, in alcune nazioni le api sono diminuite drasticamente negli ultimi vent’anni e la loro assenza ha messo a serio rischio numerose produzioni vegetali, tra cui le coltivazioni di kiwi, cocomeri, zucche e zucchine. In alcune nazioni addirittura la loro riduzione è stata tale da obbligare gli agricoltori a ricorrere all’impollinazione manuale delle piante da frutto. Negli ultimi vent’anni gli alimenti che mangiamo e che dipendono dagli impollinatori sono invece pressoché raddoppiati. Perdere gli impollinatori comporterà quindi seri danni sia alla biodiversità che alle nostre produzioni alimentari. Una situazione veramente esplosiva considerando che noi, a differenza delle api, siamo sempre più numerosi e tra poco saremo oltre otto miliardi.

*Professore Associato Unimore, Dipartimento di Scienze della Vita