"Senza fondi non scalderemo neanche le scuole"

La lettera dei sindaci reggiani al Governo: "Finanziaria, coperture per i rialzi insufficienti. Dobbiamo alzare le tasse ai cittadini?"

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"Tra sindaci reggiani abbiamo fatto due conti. Ebbene i 400 milioni che la bozza della legge di bilancio stanzia per coprire i rialzi delle bollette per il 2023 sono largamente insufficienti. Quindi che si fa? Si alzano le tasse dei cittadini?".

La domanda che si pongono i 42 sindaci della provincia è tutto fuorché retorica. E a metterla nero su bianco è Emanuele Cavallaro, coordinatore provinciale di Anci Emilia-Romagna (l’associazione dei Comuni), in una lettera inviata al Governo di Giorgia Meloni, alle prese con una legge di bilancio quantomai difficoltosa.

"Nel 2022, con lo stesso obiettivo, è stato erogato oltre un miliardo sulla nostra provincia, che comunque non ha risolto il problema: con quelli, per fare un esempio, abbiamo potuto coprire solo il 25% degli aumenti – proseguono i sindaci nella lettera –. Diciamo che se per ogni cittadino abbiamo registrato un aumento della bolletta pari a 65 euro pro capite, lo Stato ne aveva riconosciuti 20-25; ora siamo a 6. Così non ci paghiamo nemmeno la bolletta delle scuole…".

Ma se il problema è chiaro, le soluzioni di emergenza adottate negli ultimi mesi non sono più sufficienti. "La differenza l’abbiamo coperta con i risparmi: ma li abbiamo già usati e non ‘torneranno’ in un singolo esercizio finanziario. Tagli ai consumi ne stiamo facendo, ma sicuramente non si recupera più del 10-15% della cifra che serve". Con conseguenze altrettanto evidenti, espresse direttamente nella lettera: "Bruciare così l’avanzo significa rinunciare a tutta una serie di manutenzioni indispensabili agli immobili, al territorio ed alle strade, non sostituibili con i nuovi cantieri del Pnrr, con un abbassamento della sicurezza effettiva del territorio". Senza dimenticare gli aspetti più tecnici, perché i Comuni entro fine mese dovranno redigere i bilanci di previsione 2023. Ma con la speculazione sul mercato energetico che abbiamo imparato a conoscere, sarà impossibile immaginare l’esatto costo di gas e luce nei prossimi mesi. Di base, sarà una previsione al buio. Con imminenti e continue variazioni di bilancio in corso d’opera. E per i sindaci, se gennaio e febbraio sono ancora gestibili grazie alle risorse accantonate, i veri problemi inizieranno da marzo-aprile in poi, quando la mancanza di fondi sarà insostenibile. "In queste condizioni abbiamo due strade. Aumentare la pressione fiscale di più di 50 euro pro-capite, che rimane per noi una soluzione non percorribile e contraria allo spirito della legge di bilancio stessa. Oppure esiste il rischio concreto di dovere applicare tagli insopportabili ai bilanci è reale ed in certe situazioni si può tradurre in una drastica riduzione dei servizi".

Nella bozza di legge di bilancio, il Governo ha menzionato possibili fondi extra in base ai territori, motivo per cui i sindaci puntualizzano: "Purtroppo non ci affacciamo sul mare e dobbiamo affrontare temperature particolarmente basse: scuole, strutture per anziani e palestre per i ragazzi non possono rimanere al freddo". Un modo per marcare la differenza (in termini di costi energetici) tra la Pianura Padana e un Comune (per esempio) delle Isole. Poi, concludono: "Non ci servono necessariamente i soldi. Anche la creazione di una via straordinaria e specifica di approvvigionamento per l’energia ed il gas destinato esclusivamente agli enti locali ed ai soggetti pubblici che svolgono attività essenziali, con un ‘prezzo politico’, potrebbe essere una soluzione".

s. c.