Saman Abbas: sequestro e omicidio, indagata tutta la famiglia

Dopo i genitori e lo zio, la Procura iscrive anche due cugini e il fratello minore. Bartoli (azienda Le Valli): "Cosa ci facevano con un piede di porco alle 21,30?"

Il padre di Saman Abbas

Il padre di Saman Abbas

Novellara (Reggio Emilia), 29 maggio 2021 - I genitori, ma anche lo zio, i due cugini e il fratello minore di Saman Abbas risultano indagati dalla Procura per la "sparizione" della ragazza, per la quale si ipotizza il "sequestro di persona", ma soprattutto il possibile "omicidio".

Un provvedimento prevedibile, visto che da inizio mese tutti risultano scomparsi nel nulla, guarda caso proprio dopo la "sparizione" di Saman, e che segue le iniziali indagini sui genitori (in foto a destra il padre) e lo zio. Intanto le indagini si concentrano sulle immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza, che sono più d’una attorno all’azienda Le Valli e all’abitazione degli Abbas. Soprattutto si analizza la scena dei tre individui che si allontanano verso i campi, alle 19,15 del 29 maggio, salvo fare ritorno dopo le 21,30.

Ma se può essere normale uscire all’ora di cena per sistemare qualche struttura tra le serre, più improbabile è l’orario di rientro, molto tardi, già ben oltre il tramonto. Lo ammette anche Ivan Bartoli, il titolare dell’azienda Le Valli: "Capisco che si possa uscire nei campi con vanghe e sacchetti. Ma cosa ci facevano con un piede di porco? E come mai il ritorno dopo le 21,30? Quella sera non mi risultavano emergenze nei campi".

Intanto, i consiglieri comunali di opposizione – Cristina Fantinati, Luca Dall’Aglio e Ivo Germani – hanno presentato un’interrogazione. Chiedono se era stato predisposto un progetto personalizzato per la tutela della 18enne. E poi: "L’11 aprile 2021 Saman lasciava la comunità di accoglienza: i servizi sociali l’hanno informata dei rischi del rientro in famiglia? Come l’hanno tutelata? Quale progetto era stato previsto per Saman una volta uscita dalla comunità? I servizi sociali hanno tenuto con lei contatti quotidiani per capire se il ritorno in famiglia fosse stato problematico? Sono andati a verificare di persona che la situazione si fosse normalizzata oppure fino al momento dell’arrivo dei Carabinieri, ben 25 giorni dopo, nessuno aveva avuto contatti con lei?".

Antonio Lecci