Sequestro Gancia, Azzolini indagato Il giudice annulla vecchia sentenza

L’ex brigatista reggiano è accusato di essere l’uomo ’misterioso’ presente alla sparatoria nel giugno 1975. L’avvocato difensore Steccanella: "Decisione da non credere. Comunque non abbiamo nulla da temere".

Sequestro Gancia, Azzolini indagato  Il giudice annulla vecchia sentenza

Sequestro Gancia, Azzolini indagato Il giudice annulla vecchia sentenza

Nuovo colpo di scena nel cold case del sequestro Gancia, con la morte della terrorista rossa Mara Cagol e di un carabiniere.

Proseguono infatti le indagini nei confronti del reggiano Lauro Azzolini, l’ex brigatista rosso che secondo la procura di Torino sarebbe l’uomo misterioso che il 5 giugno 1975 era presente alla Cascina Spiotta, nell’Alessandrino, dove era stato sequestrato dai terroristi l’imprenditore Vittorio Vallarino Gancia.

Il gip di Torino Anna Mascolo ha infatti revocato la sentenza del 3 novembre 1987 del non doversi procedere in quanto Azzolini era stato dichiarato estraneo alla sparatoria in cui morirono Margherita ‘Mara’ Cagol, fondatrice delle Brigate Rosse e moglie di Renato Curcio e l’appuntato dei carabinieri, Giovanni D’Alfonso. Altri due militari dell’Arma rimasero feriti.

Nelle scorse settimane – come anticipato dal Carlino – la Procura di Torino aveva notificato l’informazione di garanzia ad Azzolini, 79 anni, ai tempi capo della colonna milanese delle Br. La procura torinese nel 2022, aveva aperto un fascicolo dopo un esposto presentato dal figlio dell’appuntato ucciso, Bruno D’Alfonso.

"Se io raccontassi, e dovrò farlo, a qualcuno che abita all’estero che in Italia un giudice può revocare una sentenza ormai irrevocabile di assoluzione di cinquant’anni fa senza neppur poterla leggere, probabilmente mi darebbero del matto. Comunque nulla da temere da queste indagini".

Così l’avvocato di Lauro Azzolini, Davide Steccanella, commenta la decisione del gip di Torino di proseguire nelle indagini sulla sparatoria a Cascina Spiotta, avvenuta il 5 giungo del 1975 durante la liberazione di Vittorio Vallarino Gancia, e di revocare quindi la sentenza del 1987 di non luogo a procedere per il suo assistito.