Sequestro Gancia, Azzolini indagato Il giudice si riserva di decidere

Sequestro Gancia, Azzolini  indagato  Il giudice si riserva di decidere

Sequestro Gancia, Azzolini indagato Il giudice si riserva di decidere

Si è riservata di decidere entro 5 giorni la gip di Torino Anna Mascolo chiamata ad esprimersi sulla riapertura delle indagini sul sequestro dell’industriale vitivinicolo Vìttorio Vallarino Gancia, avvenuto il 4 giugno 1975 da parte di un nucleo armato delle Brigate Rosse. Durante la liberazione dell’industriale, nella campagna di Acqui Terme (Alessandria), alla Cascina Spiotta, morirono l’appuntato dei carabinieri Giovanni D’Alfonso e Mara Cagol, fondatrice insieme al marito Renato Curcio delle Br. Nelle scorse settimane la Procura di Torino ha notificato un avviso di garanzia al reggiano Lauro Azzolini, 79 anni, ai tempi capo della colonna milanese delle Br. Potrebbe essere stato lui il secondo brigatista alla ‘Spiotta’, riuscito a fuggire durante la sparatoria. In passato Azzolini, che oggi è difeso dall’avvocato Davide Steccanella, era stato prosciolto dalle accuse per questa vicenda. Era stata proprio la procura, nel 2022, ad aprire un fascicolo dopo un esposto presentato dal figlio dell’appuntato ucciso, Bruno D’Alfonso. Tre mesi fa nel registro degli indagati è stato iscritto anche lo stesso Curcio, uno dei fondatori delle Br, che ora ha 81 anni.

"La sentenza da revocare non c’è più, le impronte sul memoriale non bastano a riaprire l’indagine, Lauro Azzolini è troppo alto rispetto alle descrizioni dei testimoni per essere il brigatista che si dileguò a piedi il 4 giugno 1975". Sono questi gli argomenti portati dal difensore dell’ex capo della colonna milanese delle Br, in due memorie.