Shabbar, nuova udienza fra una settimana

L’uomo, nel carcere di Islamabad, dovrà trovare un avvocato per difendersi dalle accuse di omicidio, sequestro e soppressione di cadavere

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Tutto rinviato alla settimana prossima. È stata già fissata, infatti, al 24 novembre la nuova udienza a Islamabad per il padre di Saman, Shabbar Abbas, sottoposto martedì all’arresto provvisorio in Pakistan per l’omicidio della figlia sulla base di una richiesta dell’Italia finalizzata all’ estradizione.

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L’udienza di convalida di ieri, svolta a porte chiuse, è stata però rinviata per l’assenza di un avvocato difensore per l’uomo- Shabbar quindi non ha parlato. La nuova udienza della settimana prossima sarà dunque dedicata alle controdeduzioni della difesa dell’uomo. In quella sede si capiranno anche le possibili tempistiche di estradizione per il pakistano.

Il mandato di cattura internazione riguarda anche la moglie Nazia Shaheen – l’ex ministra Marta Cartabia aveva firmato le domande di estradizione per entrambi già a luglio 2021 – però al momento la madre di Saman risulta l’unica latitante dei cinque imputati.

La ‘red notice’ diramata dall’Interpol contiene le accuse di omicidio, sequestro di persona e soppressione di cadavere della ragazza 18enne, sparita da Novellara la sera del 30 aprile 2021.

Saman sarebbe stata punita per essersi opposta a un matrimonio combinato. Prima aveva denunciato i suoi familiari ed era stata collocata per un periodo in una comunità protetta. Poi, compiuti i 18 anni, era rientrata in famiglia, ma solo per avere i documenti e poter vivere la propria vita, con il fidanzato Saqib, pakistano conosciuto in Italia, ma inviso alla famiglia.

Secondo le indagini dei carabinieri e della procura di Reggio Emilia i due genitori avrebbero concorso nell’assassinare la ragazza con altri tre parenti, lo zio Danish Hasnain e i cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq. Tutti e cinque sono stati già rinviati a giudizio, con prima udienza del processo in corte d’Assise fissata per il 10 febbraio a Reggio Emilia.

Tra gli elementi più forti raccolti dagli investigatori a carico del 46enne Shabbar Abbas c’è un’intercettazione con un parente, registrata un mese dopo la fuga in Pakistan. "Ho ucciso mia figlia", diceva il padre di Saman. Lo stesso familiare, sentito dai carabinieri, confermava il contenuto della telefonata spiegando che Shabbar gli aveva detto: "Io sono già morto, l’ho uccisa io, l’ho uccisa per la mia dignità e per il mio onore. Noi l’abbiamo uccisa". Anche Nazia, l’unica ancora in libertà, in una conversazione via chat con il figlio minorenne rimasto in Italia, a fine agosto 2021, diceva: "Io e tuo padre siamo morti lì".