Si approva la variante con 10 anni di ritardo

Dopo l’adozione nel 2013 non era stato completato l’iter e da allora si era creduto che fosse in vigore. Ora finalmente si corre ai ripari

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A inizio del nuovo anno si cercherà di procedere con l’approvazione formale della Variante al Prg del 2013 che, dopo la regolare adozione, non era passata alla prevista approvazione in consiglio comunale a San Martino in Rio, pare a causa di un errore di valutazione tecnica oppure di una dimenticanza da parte di coloro che dovevano verificare l’iter del documento. Situazione che ha spinto a credere che dal 2013 fosse in vigore la nuova normativa urbanistica, mentre restava valida quella precedente, con differenze evidenti rispetto alla nuova.

Ora, con la prossima approvazione in consiglio comunale, si andrà a completare l’iter non ultimato, pur se con una decina d’anni di ritardo. Secondo alcuni pareri legali, questa operazione dovrebbe sanare la gran parte dei progetti e delle proposte urbanistiche presentate negli ultimi anni da cittadini e aziende, che tenevano conto di normative non entrate formalmente in vigore.

Restano però poche decine di casi più "spinosi", sui quali la regolarizzazione non pare essere una mera formalità. Ma anche per questi casi il sindaco Paolo Fuccio si dichiara ottimista, puntando all’approvazione del Pug, il Piano urbanistico generale, per poter raggiungere una posizione "regolare" dei progetti presentati dai cittadini all’ufficio tecnico comunale.

Rimane però il "giallo" sul documento di "approvazione della Variante", che era comparso – e poi rimosso – sul sito internet del Comune di San Martino in Rio, con riferimenti a delibere di giunta e consiglio comunale che però non risultano essere mai esistite nella realtà. Proprio considerando questo "giallo", la vicenda non sembra più essere frutto di una semplice "dimenticanza" in buona fede.

Per risalire all’autore della pubblicazione, il Comune di San Martino in Rio ha chiesto alla società che all’epoca gestiva il server – nel frattempo rinnovato – del sito internet dell’ente pubblico di effettuare alcuni specifici accertamenti per capire da quale fonte sia stata avviata la procedura, puntando a chiarire questo episodio ancora infarcito di mistero.

Antonio Lecci