Si è spento a 56 anni Moris Iotti

Poco prima di Natale aveva perso il papà. Lascia moglie e figlia. Oggi alle 16 l’ultimo saluto

Si è spento a 56 anni Moris Iotti

Moris Iotti

Da tempo sofferente, ha terminato la sua corsa Moris Iotti, 56 anni, persona molto conosciuta e ben voluta nell’ ambiente cattolico e musicale, due ambiti in cui Moris aveva seguito le orme lasciate dal papà.

Solo alcuni mesi fa, poco prima di Natale, era scomparso proprio il padre di Moris, il cavalier Giuseppe Iotti, uno dei fondatori nel 1970 della Croce Rossa di Scandiano e della Banda musicale.

Piangono la prematura scomparsa di Moris la moglie Cristina Filippini, la figlia Elisa, i fratelli don Gianfranco, Paolo e Lucia.

Fede religiosa, volontariato e musica sono sempre stati i pilastri, il volano della grande famiglia Iotti, coi fratelli don Gianfranco e Paolo, anche assessore in comune a Castellarano, noti per l’attività di musicisti.

Moris in gioventù era stato un appassionato di calcio e un atleta di valore. Aveva giocato tra i pali con la squadra del Circolo Kolbe di Santa Teresa.

E siccome in casa si respirava tanto amore per la musica, Moris iniziò a condividere la stessa passione del papà Giuseppe: inevitabile l’ingresso nel corpo bandistico “Città di Scandiano“.

Moris Iotti è stato alle dipendenze di una ditta attiva nel settore della refrigerazione, prima di dover lasciare troppo presto il percorso professionale.

Oggi è il triste giorno dell’addio: alle 15,45 in auto il corteo partiràdalle camere ardenti dell’ospedale di Scandiano per la chiesa del convento dei frati cappuccini, a pochi passi dall’abitazione dove Moris abitava con moglie e figlia. La messa esequiale sarà celebrata dal fratello don Gianfranco, con inizio alle ore 16. Numerose sono le attestazioni di condoglianze e vicinanza giunte in queste ore ai familiari di Moris; sarà possibile fare una visita all’obitorio del Magati fino alle 15 di oggi. Al termine della funzione religiosa si proseguirà per il cimitero di Scandiano, dove riposano la mamma Anna Rinaldi e il papà Giuseppe. Gianni Fiaccadori