Si spezza il femore in volo Paura per un paracadutista

Ieri al Campovolo. "La vela si è aperta completamente, strappo violentissimo" . Tornare a lanciarsi? "Ora sono spaventato, deciderò dopo l’operazione"

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di Gianpaolo Annese

La rottura del femore per un paracadutista è un’eventualità da mettere in conto: la drammatica beffa però per Mirko Giovini, 40 anni a luglio, è che la gamba se l’è fratturata non all’atterraggio, ma mentre era in volo. La disavventura l’ha vissuta ieri mattina poco prima delle 10 al Campovolo, durante un lancio con la scuola Bfu (su Facebook Bfu Drop Zone). "Ero ormai a 1500 metri circa d’altezza dal suolo dai 4mila di partenza in volo libero – racconta dal suo letto di ospedale a Santa Maria Nuova dove è ricoverato in attesa di essere operato – quando ho aperto la vela. Solo che invece di aprirsi gradualmente lo ha fatto completamente e a quel punto sono passato, in pochissimi secondi, da una velocità di 200 chilometri all’ora a uno stop improvviso, uno strappo violentissimo: è come sbattere contro un muro". Il risultato per lui è stato devastante: "Ho provato un dolore lancinante, ho capito che la mia gamba destra era rotta". Fortunatamente, per non dire miracolosamente, il 39enne non è svenuto per il dolore ed è riuscito a proseguire la discesa frenando al massimo, fino a quando è atterrato regolarmente. Se avesse perso i sensi sarebbe atterrato senza frenare, con conseguenze che è meglio non immaginare nemmeno. "Quando era a terra, la gamba non la sentivo più, era talmente disarticolata che me la sono ritrovata vicino all’orecchio". Gli altri soci della scuola hanno chiamato i soccorsi e sul posto è giunta l’automedica e l’ambulanza del 118: lo hanno immobilizzato e trasportato in ospedale. "Voglio chiarire che il paracadute l’ho noleggiato, ma non è colpa di nessuno. Sono cose che succedono in questo sport". Mirko, sassolese, ha cominciato a frequentare la scuola reggiana dall’ottobre scorso: "Ho fatto 56 lanci tutti riusciti alla perfezione, il 57esimo è andato male…", sorride comunque provando a sdrammatizzare. "E’ una passione che coltivo da quando mia sorella mi ha regalato un tandem, che è una specie di paracadute però ci si lancia agganciati a un maestro. Poi ho conseguito l’abilitazione per lanciarmi da solo". Lavora nella ditta di distributori automatici Htv srl, il paracadutismo lo pratica per hobby. "Quando scendi a corpo libero, all’inizio del volo, senza paracadute, è una sensazione bellissima. Adesso purtroppo mi hanno spiegato che dopo l’operazione per frattura scomposta non potrò lanciarmi per almeno sei mesi. Non appena mi rimetterò deciderò cosa fare, certo lo spavento è stato notevole...".