Omicidio Reggio Emilia, si stringe il cerchio sull’assassino. “Tre testimoni hanno visto tutto”

Ancora aperta la caccia all’uomo: gli inquirenti sono convinti che si nasconda fra Reggio e Modena. La procura emette un decreto di fermo: "Gravi indizi di colpevolezza ravvisati grazie alle telecamere".

Si stringe il cerchio sull’assassino: "Tre testimoni hanno visto tutto"

Si stringe il cerchio sull’assassino: "Tre testimoni hanno visto tutto"

Reggio Emilia, 3 giugno 2023 – Il cerchio si stringe sull’assassino di Mohamed Ali Thabet, il 18enne tunisino ammazzato in stazione a Reggio nella notte tra martedì e mercoledì. Gli inquirenti continuano la caccia al fuggitivo che si concentrano soprattutto a cavallo tra le province di Reggio e Modena. Sarebbero convinti che è qui che si nasconde, in virtù dei suo trascorsi a Sassuolo e dintorni dove il ricercato – tunisino, 23 anni ancora da compiere, gravato da numerosi precedenti – godrebbe di conoscenze in grado di proteggerlo.

I carabinieri (nucleo investigativo e reparto operativo della Compagnia del comando provinciale dell’Arma di Reggio, guidato dal tenente colonnello Aniello Mautone) stanno lavorando in stretta sinergia con la squadra mobile della questura diretta da Guglielmo Battisti. Gli investigatori da ieri potranno contare anche su uno strumento di polizia giudiziaria importante e non banale: un decreto di fermo emesso dal sostituto procuratore Giulia Galfano, titolare del fascicolo d’inchiesta per omicidio, che sta coordinando le indagini assieme al procuratore capo Calogero Gaetano Paci. Il provvedimento che ora pende sul latitante consente di arrestarlo nell’immediato una volta scovato, visti i gravi indizi di colpevolezza ravvisati grazie alle telecamere di sorveglianza che hanno ripreso il delitto. È proprio dalle immagini che lo hanno riconosciuto, poco dopo aver visionati i filmati. E successivamente grazie alla conferma di persone informate sui fatti.

Circa una decina i testimoni – tra migranti, senza fissa dimora, abitanti stabili o frequentanti abituali della complicata zona stazione – quelli ascoltati dalle forze dell’ordine in queste ore. In particolare tre giovani hanno dichiarato di aver visto tutto.

Stando a quanto ricostruito, i fatti risalgono alle 3 circa fra martedì e mercoledì. Mohamed e il suo assassino si conoscevano. Tant’è che mangiavano insieme alla Caritas e dormivano spesso vicino, in un bivacco di fortuna nel piazzale di fianco al binario 1 ovest (destinato alla linea ferroviaria locale Reggio-Ciano). E così, anche quella sera. Il movente sarebbe una lite finita male, per futili motivi. Un testimone – come ha dichiarato ieri al Carlino – giura che i due avevano già cominciato a discutere poco prima. Il 22enne avrebbe chiesto dei soldi alla vittima per poter comprare il crack, droga di cui farebbe uso abitualmente. Poi, sarebbe tornato da lui a chiederne ancora perché quelli non gli bastavano. Il ‘no’ di Mohamed avrebbe acceso la miccia. Da qui è scattata una lite, degenerata poi in una feroce discussione fra i due connazionali. Poi è spuntato un coltello.

Il 22enne gli ha sferrato un fendente tra il collo e la clavicola, nella parte destra del torace. Tutto ripreso dall’occhio videoelettronico. Mohamed si è trascinato per qualche metro fino ad arrivare al binario 1, davanti all’ingresso della stazione, nei pressi del sottopassaggio. È crollato a terra ed è morto poco dopo. Il corpo verrà ritrovato circa mezzora dopo da un operatore delle Ferrovie che darà l’allarme invano al 118.

Intanto l’assassino si dà alla fuga, facendo perdere le sue tracce e liberandosi dell’arma del delitto che sarà ritrovata nella tarda mattinata di mercoledì in via Ceva, nei pressi della zona stazione, dagli agenti della polizia ferroviaria.