"Siamo sconvolti, Cecilia era buonissima"

La 34enne peruviana, uccisa al parco della Polveriera, era diventata amica dei gestori del locale Filippini, a Montericco: "Non ci crediamo"

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"Siamo sconvolti. Non ci possiamo ancora credere". Sono esterrefatti i gestori della trattoria Filippini.

Juana Cecilia Hazana Loayza, "Cecilia! Per noi era solo Cecilia" ci interrompono, la ragazza 34enne brutalmente assassinata nella notte tra venerdì e sabato, il cui corpo è stato rinvenuto al parco della Polveriera, tra via Patti e via Ruggeri a Reggio, era un’assidua frequentatrice della nota trattoria di Montericco.

Una frequentazione che aveva portato alla nascita di un’amicizia con tutta la famiglia titolare del locale.

Chi la conosce la descrive come una persona estremamente gentile, affabile: "Pazzesco. Cecilia veniva qui spesso, alla fine abbiamo instaurato un bel rapporto con lei – continua la famiglia titolare della trattoria nelle colline tra Montericco e Albinea -. Veniva spesso qui, parlavamo, scherzavamo. Una ragazza dolcissima, sempre gentile e disponibile con tutti".

Sono più le domande e gli interrogativi che vengono sollevati rispetto a ciò che sono desiderosi di raccontare: "Ma come è successo? Cosa le hanno fatto? Quando è morta?… poveretta...".

La tragedia nella tragedia. C’è una tragedia nella tragedia in questa vicenda che lascia completamente esterrefatti e senza parole, quella di un piccolo bambino che venerdì notte ha perso la mamma: "Ci dispiace enormemente per suo figlio, oltre che per Cecilia".

"Come un figlio?", chiediamo. "Eh si, Cecilia aveva un bambino piccolo, di circa un anno. Come farà adesso?". A mettere insieme i vari pezzi di un puzzle che come sempre si va componendo di ora in ora, c’è da rimanere senza parole, in un misto di rabbia e stupore.

Ovviamente, quasi senza accorgersene, la domanda successiva riguarda l’ex compagno, reo confesso, e in stato di fermo indiziario per l’omicidio di Cecilia: "Non è un soggetto molto raccomandabile", ci dicono subito. C’è poca voglia di parlare di lui, si sa solo che è confermato che la vittima avesse preventivamente sporto denuncia per delle ripetute minacce che stava subendo da quando la loro relazione evidentemente si è interrotta (alla fine, si è scoperto che le denunce presentate da Cecilia erano tre, nei confronti di Mirko Genco). Di questa situazione la stessa Cecilia non amava parlare troppo, anche se, soprattutto con la madre, aveva instaurato un rapporto quasi da madre a figlia e che spesso si confidava con lei. Altri elementi che fanno riflettere di un puzzle tragico.

ni. bo.