Siccità e cambiamenti climatici "Raddoppieremo l’acqua depurata"

L’annuncio del direttore della Bonifica: "A Mancasale quest’anno estratti 5 milioni. Diventeranno 10". Il sindaco di Gualtieri: "Mentre qui parliamo di secche, a Brescello pregano per evitare inondazioni"

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di Antonio Lecci

Un convegno sulla siccità nei giorni in cui, dopo lunghi mesi di assenza di precipitazioni, si verificano eventi straordinari che riversano in poche ore acqua quanta ne dovrebbe cadere in sei mesi, come avvenuto giovedì sera nelle Marche. Nell’ambito di "Viaggio a Gualtieri", la tre giorni di eventi promossa da Comune e Teatro Sociale per valorizzare il borgo locale, si è svolto ieri mattina un convegno quanto mai profetico dal titolo "La grande sete: siccità e cambiamenti climatici dal Po al mondo", con il dibattito coordinato dall’architetto Federico Monica, operatore della Bonifica, con gli interventi di Antonello Pasini, fisico climatologo del Cnr e divulgatore scientifico, Grammenos Mastrojeni, segretario dell’Unione per il Mediterraneo e presidente delle Alleanze Globali delle montagne e delle isole, Domenico Turazza, direttore del consorzio di bonifica dell’Emilia Centrale. Si è parlato in particolare della situazione del Po, ma anche della siccità nel mondo. A partire dall’Artico, dove negli ultimi decenni si è perso qualcosa come tre milioni di metri cubi di ghiacciaio, un’area dieci volte l’Italia. Mastrojeni si è soffermato sul problema siccità a livello globale e di come occorra studiare sistemi per limitare il consumo idrico, seguendo l’esempio delle zone più desertiche dell’Africa. Il sindaco Renzo Bergamini, nei suoi saluti iniziali, ha evidenziato come "nello stesso giorno in cui a Brescello si benedice il Po per scongiurare gli effetti delle piene, a Gualtieri si parla di carenza idrica". Ha ricordato come un gruppo di volontari della Protezione civile Bentivoglio sia nelle Marche per aiutare a far fronte all’emergenza maltempo e ha sottolineato come anche a Gualtieri siano in atto dei progetti "per limitare l’uso dell’acqua in agricoltura".

Il direttore Turazza ha puntato l’attenzione sull’eccessiva dipendenza dal fiume Po per quanto riguarda l’approvvigionamento di risorsa idrica per l’irrigazione agricola.

"Il nostro sistema idrico – ha detto – risale a oltre cento anni fa, ma è ancora in grado di produrre effetti positivi. Lo dimostra il fatto che in quest’anno di emergenza siamo riusciti a far fronte a tutte le richieste d’acqua. E mentre altri consorzi fermavano l’attività, noi nei giorni peggiori abbiamo avuto fino a 70 centimetri di franco. Significa che occorre solo adeguare il nostro sistema per renderlo ancora più efficiente".

E aggiunge: "Sull’Italia piove molto durante l’anno. Occorre però trattenere e conservare l’acqua. Servono invasi che facciano da deposito per la risorsa idrica. E potenziare gli impianti ai depuratori: quest’anno da quello di Mancasale abbiamo ottenuto cinque milioni di metri cubi d’acqua per le campagne. Una risorsa che potrebbe raddoppiare in tempi brevi. Dobbiamo essere sempre meno dipendenti dal Po per quanto riguarda l’irrigazione dei campi".