Gli effetti della siccità, dovuta a lungo periodo di carenza di precipitazioni, non si vede solo in superficie, osservando i corsi d’acqua e, in particolare il fiume Po, ridotto a un piccolo torrente, circondato da enormi spiagge riemerse tra lidi e ponti. Gli effetti della siccità si evidenziano anche nelle falde. Come dimostrano i dati che emergono dall’analisi del sottosuolo, effettuato dai tecnici del Cer attraverso rilevazioni della falda acquifera sotterranea, che hanno interessato tutte le varie zone dell’Emilia-Romagna. Le falde freatiche sotterranee, infatti, risentono pesantemente del sommarsi degli elementi climatici di questa stagione straordinaria dai numeri record.  Stagione che, in modo concreto, presenta il conto più salato rispetto alle previsioni degli esperti già stimate alla luce degli indicatori verificatisi periodicamente nell’ultimo decennio. La lunga serie di primati negativi riguarda la presenza di acqua nel sottosuolo e lo staff tecnico agronomico del Cer, il Canale Emiliano Romagnolo, grazie agli studi realizzati nei laboratori di ricerca in campo sul risparmio idrico in agricoltura ad Acqua Campus-Anbi di Budrio, nel bolognese, evidenzia una capillare analisi statistica dello stato attuale della falda acquifera. In Emilia Romagna le falde freatiche si confermano al minimo storico. Analizzando l’estesa mole di dati storici sui livelli di falda monitorati da oltre vent’anni su tutto il territorio regionale e, confrontando questi con i valori misurati per l’anno corrente 2022, la situazione emerge ai massimi livelli di criticità possibile.  Per tutte le province i valori registrati sono ampiamente sotto la media con numeri che variano da un -70% in provincia di Reggio a un -127% in provincia di Bologna, dove le falde appaiono più sofferenti. Dunque, la sofferenza minore si registra proprio nelle falde analizzate nel Reggiano, con un –70%. A Piacenza e Modena si evidenzia un –73%, a Ravenna un –79%, che diventano –92% nel Parmense, -109% in provincia di Rimini, -110% a Forlì Cesena, -111% nel Ferrarese, fino ai –127% nell’area del capoluogo regionale, a Bologna. Intanto, il fiume Po continua a registrare livelli record. Dopo i –4,83 metri all’idrometro AiPo di Boretto, ieri si è avuto un aumento di un paio di centimetri. Ma si attendono gli effetti dei previsti temporali e precipitazioni in quota per sperare in un maggiore aumento del livello del fiume, indispensabile per garantire risorsa idrica alle campagne, in questa fase finale della stagione agricola.  Antonio Lecci

Cronaca

Gli effetti della siccità, dovuta a lungo periodo di carenza di precipitazioni, non si vede solo in superficie, osservando i corsi d’acqua e, in particolare il fiume Po, ridotto a un piccolo torrente, circondato da enormi spiagge riemerse tra lidi e ponti. Gli effetti della siccità si evidenziano anche nelle falde. Come dimostrano i dati che emergono dall’analisi del sottosuolo, effettuato dai tecnici del Cer attraverso rilevazioni della falda acquifera sotterranea, che hanno interessato tutte le varie zone dell’Emilia-Romagna. Le falde freatiche sotterranee, infatti, risentono pesantemente del sommarsi degli elementi climatici di questa stagione straordinaria dai numeri record. 
Stagione che, in modo concreto, presenta il conto più salato rispetto alle previsioni degli esperti già stimate alla luce degli indicatori verificatisi periodicamente nell’ultimo decennio. La lunga serie di primati negativi riguarda la presenza di acqua nel sottosuolo e lo staff tecnico agronomico del Cer, il Canale Emiliano Romagnolo, grazie agli studi realizzati nei laboratori di ricerca in campo sul risparmio idrico in agricoltura ad Acqua Campus-Anbi di Budrio, nel bolognese, evidenzia una capillare analisi statistica dello stato attuale della falda acquifera. In Emilia Romagna le falde freatiche si confermano al minimo storico. Analizzando l’estesa mole di dati storici sui livelli di falda monitorati da oltre vent’anni su tutto il territorio regionale e, confrontando questi con i valori misurati per l’anno corrente 2022, la situazione emerge ai massimi livelli di criticità possibile. 
Per tutte le province i valori registrati sono ampiamente sotto la media con numeri che variano da un -70% in provincia di Reggio a un -127% in provincia di Bologna, dove le falde appaiono più sofferenti. Dunque, la sofferenza minore si registra proprio nelle falde analizzate nel Reggiano, con un –70%. A Piacenza e Modena si evidenzia un –73%, a Ravenna un –79%, che diventano –92% nel Parmense, -109% in provincia di Rimini, -110% a Forlì Cesena, -111% nel Ferrarese, fino ai –127% nell’area del capoluogo regionale, a Bologna. Intanto, il fiume Po continua a registrare livelli record. Dopo i –4,83 metri all’idrometro AiPo di Boretto, ieri si è avuto un aumento di un paio di centimetri. Ma si attendono gli effetti dei previsti temporali e precipitazioni in quota per sperare in un maggiore aumento del livello del fiume, indispensabile per garantire risorsa idrica alle campagne, in questa fase finale della stagione agricola. 
Antonio Lecci

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