Silk-Faw: "Il nostro piano industriale è solido"

La risposta della joint venture sino-americana ai dubbi sollevati nei giorni scorsi: "La sede fiscale è a Milano e sarà spostata a Reggio"

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di Daniele Petrone

"La sede fiscale di Silk-Faw è attualmente a Milano. Sarà spostata a Reggio Emilia, non appena verrà costruito lo stabilimento a Gavassa".

Lo fa sapere, tramite l’ufficio stampa, la joint-venture sino-americana che approderà nella nostra città in un’area di 320mila metri quadri dove sorgeranno produzione, ricerca&sviluppo e ingegnerizzazione nonché il collaudo di suv e hypercar, le auto di lusso sportive elettriche. Un miliardo di investimento per oltre 1.500 posti di lavoro diretti e 5mila indiretti.

L’annuncio, in pompa magna e con grande enfasi , era stato dato in una conferenza con le istituzioni (Comune, Regione) e Unindustria nelle scorse settimane.

Dopo gli entusiasmi sono arrivati alla porta ‘detrattori’ e ‘scettici’.

Primi fra tutti, iIl MoVimento 5Stelle e Forza Italia, che hanno tirato in ballo un’inchiesta come apparso ieri sul Carlino: "Una società delle isole Cayman, la Silk Ev Cayman Lp avrebbe emesso un’obbligazione di 15 milioni di dollari da Ideanomics Inc. - si legge nel loro intervento -. Questi 15 milioni sono esplicitamente destinati a finanziare l’operazione Silk-Faw: perché questo non era stato reso pubblico? Quale il ruolo di Ideanomics in questa vicenda? Di recente Ideanomics è stata protagonista del fallimento del progetto di una nuova borsa valori nel Delaware, finanziata pure con soldi pubblici. Il suo maggior azionista Bruno Wu si ritrova anche nei Panama Papers. Le origini dei capitali che si investiranno a Reggio si perdono quindi nei meandri di trust insondabili e paradisi offshore".

A questi si aggiunge oggi anche la voce di Sinistra Italiana: "Alcune analisi rimandano a scatole (cinesi) societarie che approdano a sedi in paradisi fiscali da capitali esigui. Inoltre non si conosce l’effettivo piano industriale. Un’operazione che porterà un aggravio su una zona che vedrà a breve un impianto di processamento rifiuti (Iren-Forsu biogas, ndr), un indotto oneroso sotto il profilo ambientale quale l’apertura di un casello autostradale che genererà spinte urbanistiche e dei trasporti su gomma". E infine si è parlato anche dell’operazione ‘Byton’ di Faw, start-up sino-americana-tedesca che avrebbe dovuto costruire auto di lusso elettriche in Germania (con molti manager di provenienza Bmw) poi fallita, gettando quindi ulteriori ombre sull’affidabilità del colosso in Italia. Silk-Faw si è detta "stupita da queste elaborazioni nonché parallelismi non equiparabili". E ha aggiunto di "avere un solido piano industriale che sarà presto presentato e risorse finanziarie garantite da un consorzio di banche che comprende Bank of China, Bank of Communications, Icbc e Ccb". Infine ha puntualizzato che "l’accordo della joint-venture è avvenuto grazie a un rapporto di fiducia e di stretto contatto con le istituzioni italiane e cinesi", tra cui Manlio Di Stefano (che in una conferenza stampa ufficiale aveva presentato la partnership in toni trionfalistici come dimostrano alcuni suoi tweet: "Dove stanno quelli de ‘il M5s sbaglia perché il multilateralismo verso la Cina non porta frutti’"?), sottosegretario agli affari esteri del ministro Luigi Di Maio, leader di quel M5s che – su sponda reggiana – ha attaccato il progetto in questi giorni.