Un sindaco si di dimette, l’altro si difende per la casa comprata da un arrestato

Bufera sul Pd. Il Movimento 5 Stelle chiede al primo cittadino di Reggio di lasciare; quello di Brescello se ne va LA DICHIARAZIONE INTEGRALE DEL SINDACO VECCHI

Luca Vecchi e Marcello Coffrini

Luca Vecchi e Marcello Coffrini

Reggio Emilia, 23 gennaio 2016 - Il sindaco di Brescello Marcello Coffrini, dopo il pressing del Pd, annuncia le dimissioni per le parole imbarazzanti sul boss Francesco Grande Aracri; mentre a pochi chilometri di distanza, il suo collega di Reggio, Luca Vecchi, è al centro di una nuova bufera per aver comprato casa nel 2012 da un imprenditore, Francesco Macrì, che tre anni dopo sarebbe finito agli arresti nell’ambito dell’operazione Aemilia.

Giornata tesa per il Pd reggiano e per l’amministrazione comunale: se da un lato il caso Coffrini si avvia ad una soluzione, con l’annunciato passo indietro del sindaco, dall’altro le circostanze dell’acquisto della casa da parte del sindaco Vecchi hanno portato il movimento Cinque Stelle a chiedere le dimissioni del primo cittadino, di sua moglie Maria Sergio (attualmente dirigente al comune di Modena) e del ministro ai trasporti Graziano Delrio, molto vicino a Vecchi, ‘colpevole’, secondo i grillini, di aver nominato la Sergio in comune a Reggio.

Il sindaco Vecchi ha replicato a stretto giro di posta, parlando anche a nome della moglie: al momento dell’acquisto della casa «non potevamo certo sapere – dice Vecchi – che tre anni dopo l’amministratore della M&F General Service, persona che non conoscevamo, che non frequentavamo, né abbiamo successivamente frequentato, sarebbe stato indagato nell’inchiesta denominata Aemilia: siamo una famiglia come altre, non siamo investigatori e non potevamo prevedere, nel 2012, quanto sarebbe successivamente accaduto, nel 2015».

«A chi strumentalmente - aggiunge Vecchi - prova per l’ennesima volta a tirare in ballo le azioni della mia famiglia per gettare ombre sul mio impegno amministrativo e politico ribadisco quanto già affermato in passato: il nostro operato è trasparente».

Anche Maria Sergio si difende: «Non saprei cosa avremmo potuto fare di più. Certamente, non potevamo prevedere, con le informazioni allora a disposizione da atti ufficiali e pubblici, ciò che successivamente è emerso. Purtroppo, è possibile che altri possano oggi trovarsi nelle nostre stesse condizioni di acquirenti ignari».

I grillini, nonostante le spiegazioni date da Vecchi, hanno chiesto la convocazione di un consiglio comunale straordinario e l’istituzione di una commissione ispettiva e di accesso al Comune di Reggio per valutare gli appalti degli ultimi 20 anni. «Le parole di Vecchi non sono credibili. Perchè non ha detto nulla alla città per un anno? Si dimetta», hanno detto le deputata M5s Maria Edera Spadoni e Giulia Sarti con il vicepresidente dell’antimafia Luigi Gaetti. «Chiediamo – dice il gruppo M5s in Senato – di attivare la Commissione antimafia per ascoltare Vecchi, il ministro Delrio, Maria Sergio insieme all’ex assessore all’urbanistica Ugo Ferrari».

Le liste civiche Magenta e Grande Reggio sottolineano: «Emerge con chiarezza l’inadeguatezza a governare la città di un Sindaco che si dichiara inconsapevole di un acquisto personale importante». Vecchi ha incassato la solidarietà di tutto il Pd, a partire dal segretario provinciale Andrea Costa («Mi fido di un sindaco che ha fatto della legalità e della lotta alla criminalità organizzata i temi qualificanti del proprio mandato»), e dei parlamentari Pd Paolo Gandolfi e Vanna Iori.

Nelle stesse ore il sindaco di Brescello Coffrini, che ha annunciato le dimissioni per la fine della settimana prossima, ha incassato il plauso del Pd provinciale: «Coffrini ha fatto la scelta giusta, quella che serve di più a lui e alla comunità di Brescello per ristabilire un clima di serenità». Mentre il leader della Lega Nord Matteo Salvini è intervenuto su facebook per incitare i suoi a conquistare l’amministrazione nel comune rivierasco: «Forza Lega, ora si deve vincere e liberare i cittadini di Brescello».