Reggio Emilia, affetto da sma posta un annuncio. "7 euro l’ora per farmi compagnia"

Il 20enne Cristian su Facebook: "Cerco nuovi amici"

Reggio Emilia: Cristian, affetto da Sma (Foto Artioli)

Reggio Emilia: Cristian, affetto da Sma (Foto Artioli)

Reggio Emilia, 24 dicembre 2018 - Una storia di straordinaria anormalità in cui se ne intreccia un’altra, pura e bella. Da una parte Cristian Viscione, 20 anni, affetto da Sma, una malattia che lo blocca a letto. Immobile fisicamente, ma non mentalmente. È brillante, ironico. Vuole vivere come i coetanei. E qui entra in gioco Irene Novindi, giovane infermiera che ha assistito Cristian durante una sorta di tirocinio. Sono diventati amici per la pelle. E lei, dopo aver trovato lavoro in una casa di riposo, mette a disposizione gratuitamente il suo giorno libero per Cristian. Lo porta in giro, ovunque. Cristian ha riassaporato la vita. E ora non vuole piu smettere. Così ha messo un annuncio su facebook, disposto a pagare 7 euro l’ora perché qualcuno passi tempo con lui. 

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«Cerco ragazzi della mia età che mi facciano compagnia. Sono disposto a pagare 7 euro all’ora». Con la mano destra muove una sorta di joystick grazie al quale si destreggia con agilità sulla tastiera virtuale. Le parole si compongono sul foglio bianco elettronico spaziate da un clic su un mouse minuscolo che tiene invece nella mano sinistra. Parla scrivendo Cristian Viscione, 20 anni da compiere a marzo, affetto da quando aveva 8 mesi dalla Sma, l’atrofia muscolare spinale, una malattia che colpisce una persona su diecimila e che spegne i motoneuroni. E che lo tiene bloccato in un letto. Ma solo fisicamente e nel senso stretto del termine. Perché Cristian è capace di andare ovunque, senza limiti o confini. Dal cinema al ristorante. Grazie a Irene Novindi, una ragazza di Novellara che gli ha fatto da infermiere per qualche tempo e che oggi è la sua migliore amica, passando spesso il suo giorno libero assieme a lui. La sua mente e la sua intelligenza però corrono eccome. Scrive. E pure bene. Il monitor che ha sempre davanti è il modo con cui si esprime e comunica grazie ai social, riuscendo a farlo magicamente perché le emozioni trapassano anche uno schermo. Come qualche settimana fa quando ha colpito tutti con quel post di appello su facebook. A caccia di amici. 

Così siamo andati a trovarlo a casa sua, in via Plauto, nel cuore di Pieve Modolena. Ad aprire la porta sono la mamma Rosanna Corletti, 54 anni e Imma Taronna, 39 anni, assistente di cura di Cristian circondato anche dall’amore invidiabile di papà Vincenzo, camionista, e alle sorelle Maria Assunta e Ylenia. Una splendida famiglia in un bellissimo appartamento. Chi si immagina dietro all’appello di Cristian una situazione di disagio o di degrado sarà smentito. Seppure le difficoltà quotidiane ci siano eccome, dalle barriere architettoniche da superare ogni giorno agli esosi costi che devono affrontare. Ma questa non è una storia di compassione o di pietà. Perché con Cristian ci si diverte davvero e dopo pochi minuti, restando dietro a lui per leggerlo al computer, ci si dimentica che lui sia lì, disteso e fermo su un letto, attaccato a un respiratore e alimentato da una cannula collegata a una sonda, che però va liberata più di dieci volte al giorno con un’operazione che può fare solo un’infermiera. E dopo che Rosanna e Imma finiscono di presentarlo, Cristian richiama l’attenzione con l’unico piccolo cenno fisico che riesce a fare, dondolando le sopracciglia. Scrive. Senza mezzi termini e con quell’irriverenza ironica tipica di ogni 20enne. «Voglio che le «vecchie» (la madre e Imma, ndr) vadano via. Ora parliamo noi giovani». 

Sembra una macchina da scrivere vivente. Racconta. Fino a due anni fa l’Ausl inviava a casa di Cristian due infermiere. Assieme a loro spesso si presentavano delle giovani stagiste. Tra queste Irene. «Mi ha cambiato la vita. Per me è stata ed è tuttora una delle persone più importanti. Mi ha fatto ritrovare la voglia di vivere come un ragazzo della mia età, che forse avevo un po’ perso. Mi porta a fare colazione in Polveriera, al cinema, a fare l’aperitivo ai Petali e in gelateria. Nessuno lo aveva mai fatto». Irene poi ha trovato un lavoro stabile e oggi mette a disposizione gratuitamente il suo giorno libero per passarlo con Cristian. Che però non si accontenta. Vuole altri amici. E amiche.

«Possibilmente belle», scherza. «Se ho paura che possano venire solo per soldi? Per fortuna tanti mi hanno risposto che verranno a trovarmi gratis. Qualcuno ancora di sano a Reggio c’è...». E infine vorrebbe trovare un lavoro: «Mi sono diplomato con 95 al Bus Pascal, sono pronto a fare tutto ciò che comporti l’uso del computer. E anche ad imparare cose nuove. Da casa grazie al telelavoro, ma sono pure disposto ad andare in ufficio. Ho ricevuto due proposte, ma purtroppo le sedi non avevano un ascensore adatto al mio letto. Insomma, sono e voglio essere un 20enne come tutti. Lavorare, andare a vedere un museo, un concerto o una partita della mia Juventus...». Cristian respira la vita.