Sodalizio delle fatture false Il gip: "Tre reggiani al vertice"

L’inchiesta di Parma ruota attorno al centro di Acqualena . Tra gli indagati le "Tre V":. i fratelli Vetere e Vitale

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Per circa dieci anni sono accusati di aver gestito in modo fraudolento il centro sportivo Acqualena a Parma e varie strutture alberghiere (tra cui l’Hotel "City"), non pagando i debiti verso i fornitori e l’erario e trasferendo le spese su associazioni che poi facevano fallire.

A capo della presunta associaizone a delinquere ci sono anche tre reggiani: gli imprenditori cutresi residenti a Reggio Antonio e Marcello Vetere, 66 anni e 54 anni – raggiunti da provvedimenti di custodia in carcere – col loro avvocato Antonio Dimichele e il 42enne nato nella città del Tricolore, Alessandro Vitale.

Emerge dalle 472 pagine dell’ordinanza firmata dal Gip del tribunale ducale Luca Agostino, che ribattezza il trio “Le tre V” e li definisce dei "direttori d’orchestra", nel senso che avrebbero deciso insieme le nuove società da costituire, quelle da far fallire, e anche i soggetti a cui affidarne la rappresentanza legale.

I due fratelli erano stati tirati anche nel corso del processo Aemilia, dal pentito Antonio Valerio che li aveva indicati come prestanome del boss Alfonso Diletto. Ma non erano stati mai indagati e avevano sempre ribadito la loro estraneità alla cosca.

ll fulcro dell’inchiesta condotta dalla guardia di finanza sarebbe stato proprio il centro sportivo Acqualena. Finito in una serie di passaggi societari fittizi per nascondere gli utili e non pagare le tasse. Ma oltre al complesso del valore di circa tre milioni e mezzo, il gip ha disposto anche il sequestro di quote in 26 società, di un albergo a quattro stelle, 45 immobili tra Parma e Reggio, somme di denaro pari a 4,9 milioni. La somma sottratta all’erario sfiora gli 11 milioni. In totale risultano indagate 19 persone, di cui 10 residenti o domiciliate a Reggio e provincia.