Solleva l’auto e s’infila sotto: muore schiacciato

Lorenzo Brozzi, 59 anni, casaro, voleva fare un po’ di manutenzione. I vicini hanno scorto le sue gambe immobili sotto la vettura

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di Francesca Chilloni

Schiacciato dalla propria auto mentre stava svolgendo delle riparazioni nel cortile di casa: è morto così ieri pomeriggio Lorenzo Brozzi, 59 anni, ex vice-casaro della Latteria Sociale Lora, molto conosciuto in paese per la sua bonomia e grande maestria nell’arte della produzione del Parmigiano-Reggiano.

Teatro della tragedia lo spiazzo accanto ad un elegante condominio mattoni faccia a vista al civico 10 di via Paolo Borsellino, a due passi dal campo sportivo comunale e dalle scuole medie di Campegine.

Un infortunio fatale che non ha avuto testimoni oculari e che è stato scoperto attorno alle ore 15 da alcuni vicini che hanno notato casualmente le gambe immobili dell’uomo sporgere da sotto la sua Citroen C5 scura, posteggiata davanti al garage con la porta spalancata.

La moglie della vittima, Daniela, è stata tra i primi a scendere le scale e disperata accorrere accanto alla berlina chiamando inutilmente il marito.

Il 118 è stato immediatamente allertato e in via Borsellino sono giunti un pochi minuti i carabinieri da Castelnovo Sotto, un’ambulanza e un’automedica da Montecchio, i vigili del fuoco da Guastalla. Anche l’eliambulanza di Parma è stata inviata sul posto, ma la mobilitazione massiccia dei soccorritori non è servita.

I vigili del fuoco tramite uno speciale martinetto pneumatico hanno sollevato la vettura, ed estratto il corpo straziato. Brozzi probabilmente era deceduto quasi all’istante quando ha ceduto il cric che teneva sollevata l’auto dall’asfalto: a cadergli sopra è stata una vettura del peso di quasi una tonnellata e mezzo, gravissimi i traumi alla testa riportati; una botta senza scampo al torace che gli avrebbe arrestato il cuore.

Secondo una prima ricostruzione, l’uomo aveva fermato la C5 con due assi di legno per ruota, poi l’ha sollevata di lato con il cric e si è infilato sotto il pianale - come probabilmente già altre volte aveva fatto - per eseguire dei controlli; il sollevatore non ha retto, la bassa berlina lo ha schiacciato.

Stravolti e sostenuti da alcuni amici, accanto alla salma pietosamente coperta da un lenzuolo bianco, hanno sostato a lungo i due figli Filippo, 22 anni, e Alberto, di 25; la moglie Daniela, ex impiegata presso Coopsette; il fratello Andrea.

Infine è arrivato il nulla osta della Procura per i funerali e il corpo è stato reso ai familiari.

"Abbiamo lavorato insieme oltre vent’anni alla Lora - spiega scrollando la testa Sergio Barozzi, zio materno della vittima - Gli ho insegnato il mestiere. Era una bravissima persona, un lavoratore capace e instancabile. Era il mio ‘sotto caldaia’: quando sono andato in pensione, circa 4 anni fa, si era spostato in un caseificio di Monticelli, e anche lì era molto apprezzato. È stata una disgrazia terribile, senza un perché".

Parole di lode anche dall’anziano ex impresario edile Costanzo Guidetti: "Quando ero nel comitato che organizza la Fiera, chiamavamo sempre Sergio e Lorenzo in piazza a fare la cottura del Parmigiano-Reggiano nel paiolo con fuoco di legna. Ho tanti bei ricordi, di cene e risate alla latteria, quando usavamo la forma scavata come zuppiera per i cappelletti. Una brava persona, tutta lavoro e casa".