"Sono fonti recenti, per questo così attive"

L’analisi del Parco dopo la frana di domenica: "Non si ha notizia del luogo prima del 1612". Oggi la valutazione speleologica con Unimore

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I crolli alle Fonti di Poiano sono il segno dei cambiamenti e dell’evoluzione naturale di un processo geologico che si riscontra nei millenni: è la prima considerazione del direttivo del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano su quanto accaduto domenica mattina.

Per fare chiarezza sul grave episodio che ha provocato l’esplosione del bacino interno alla sorgente maggiore con devastante frana del versante di Poiano, il Parco spiega il fenomeno, anche dal punto di vista scientifico.

L’area vasta e tutta la formazione geologica dei Gessi Triassici, da Poiano a Sassalbo – si legge nel documento – sono normalmente interessati da movimenti e crolli di questo genere. Quella di domenica è tuttavia particolarmente rilevante perché ha interessato il punto più noto e frequentato di tutta l’area. È stato un crollo importante con numerosi massi che hanno interessato i due ponticelli in legno, quello più datato a ridosso delle risorgenti e quello più recente del percorso per tutti.

È cambiato l’aspetto dell’area, che a sua volta era il risultato di una frana verificatasi nel 1942. Questa è la naturale evoluzione di rocce profondamente deformate e smembrate da complessi processi geologici interessati da una circolazione idrica sotterranea che provoca la formazione di grandi vuoti e cavità sotterranee instabili. L’acqua della risorgente interessata dal crollo, forse per un improvviso sbarramento, è fuoriuscita in modo impetuoso allagando la zona circostante portando con sé materiale grossolano. Questa è l’ipotesi di base, sulla quale saranno fatti approfondimenti.

"Data la frequentazione del luogo e le circostanze, è importante che non ci sia stato coinvolgimento e danni alle persone. Quello che si è verificato è un fenomeno non prevedibile nel tempo, ancorché naturale evoluzione del fenomeno carsico, che in questa tipologia di rocce è particolarmente rapido", scrivono dal Parco.

"Ricordiamo come delle Fonti di Poiano – prosegue il documento – non ci sia notizia prima del 1612. Precedentemente la sorgente non era segnalata, nonostante i numerosi e attenti viaggiatori del tempo; quindi le Fonti hanno una storia assai recente per cui sono particolarmente attive".

Oggi sarà eseguito un sopralluogo del gruppo speleologico dell’Unimore, il fenomeno sarà valutato dalla Federazione Speleologica Regionale, dalla Regione, da enti e istituzioni coinvolte nella procedura di candidatura a Mab Unesco. Il Parco valuterà la situazione con monitoraggio della zona, in particolare quella di distacco, valutando le azioni da intraprendere.

Settimo Baisi