"Come sta il nostro ospedale?" Se lo chiede ormai da mesi il gruppo di Coalizione Civica che si sta muovendo per la gratuità, almeno nelle prime due ore di sosta, del parcheggio del Santa Maria Nuova, mentre sta cercando di capire la situazione dei lavoratori e la tenuta al diritto – ormai sbiadito – alla salute dei cittadini. E lo scorso martedì sera Coalizione Civica ha invitato la comunità reggiana al Catomes Tot per un confronto aperto. Una quindicina le persone intervenute, a cui si sono aggiunte alcune in streaming sulle pagine social del gruppo, ma si è trattato sicuramente di un momento che ha permesso ai relatori di togliersi qualche sassolino dalle scarpe e lanciare messaggi alla giunta Massari. Al tavolo: Fabrizio Aguzzoli (già chirurgo oncologo, capogruppo di Coalizione Civica in consiglio comunale), Gabriele Rinaldi (già medico al Santa Maria Nuova, direttore sanitario e generale in diverse strutture), Giuseppina Parente (infermiera e sindacalista Fials) e Karin Silvi (attivista di Coalizione Civica). I relatori hanno informato di aver depositato im Comune tremila firme di cittadini reggiani, che hanno sostenuto la mozione di iniziativa popolare per rendere gratuito il posteggio del Santa Maria Nuova, promosso inoltre dalla sigla Fials: sindacato autonomo della sanità. Si rimane in attesa della data di un consiglio comunale dove la mozione venga discussa. "Il nostro è un sindacato che non ha nessun rapporto con la politica – ha detto Giuseppina Parente – con Coalizione Civica c’è stata una unione di intenti, nessuna altra sigla sindacale si è mossa, ma è stata però invitata al tavolo in Comune, mentre noi siamo stati esclusi. A questo punto io sfido il sindaco Massari, con cui ho lavorato per dieci anni, a trovare motivi realmente validi per rifiutare la mozione". Fabrizio Aguzzoli ha disegnato uno scenario preoccupante della sanità pubblica, anche locale, che sempre più si allontana da quanto sancito nell’articolo 32 della Costituzione italiana: "La sanità è ormai percepita solo come un costo e non come interesse della comunità. Aumenta la contribuzione privata e la sanità ormai fornisce un prodotto solo a chi lo può acquistare". In aumento infatti le persone che non potendo permetterselo rinunciano a curarsi. La conferma è arrivata dalla sala, quando è intervenuta una signora non più giovane per raccontare tutte le volte che non ha trovato risposta al pronto soccorso: "Ho deciso di mettermi nelle mani di Dio e pregare per stare meglio. Non posso fare altro". Altre questioni sono state sollevate da Gabriele Rinaldi: "Sono stati forniti dei dati sugli accessi ai Cau di Reggio e Correggio che non significano nulla se non sono paragonati con quelli del pronto soccorso: 3.600 accessi in nove mesi significano meno di 4 visite in un’ora, per lo più richieste di lieve entità. Non si può dire che alleggeriscano il lavoro al pronto soccorso. I cittadini hanno diritto anche alla completezza dell’informazione. Si nega poi che le prenotazioni di prestazioni mediche siano bloccate, dedicando personale a rispondere al telefono, per dire ai cittadini che saranno richiamati per fissare un appuntamento".
Stella Bonfrisco