Reggio Emilia, 26 settembre 2024 – Per un quarto di secolo è stato simbolo reggiano di spreco di denaro pubblico in opere tanto faraoniche quanto inutili.
Finalmente l’ecomostro di Villa Cella ha le ore contate: dalle prime luci dell’alba di domenica 6 ottobre inizierà la demolizione del sovrappasso pedonale che attraversa la via Emilia; già a sera dell’orrendo ponte rimarrà solo un memento a spendere meglio. Stappano lo spumante i residenti, che non l’hanno mai utilizzato – dato che ascensori e scale mobili non sono mai entrati in funzione –, ma ai quali il Comune in passato spesso ricordò di aver investito in quell’opera di sicurezza stradale e abbellimento della frazione un miliardo e 400 milioni di lire. Pari a 700mila euro attuali, investiti nel 2000 dall’allora amministrazione Spaggiari, che tramite l’assessorato retto da Giuseppe Davoli aveva assegnato la progettazione allo Studio Teneggi.
“Abbiamo ricevuto la notizia dalla Consulta – commentano dal comitato civico ’Mattone su Mattone’ –. Come abitanti siamo contenti della decisione. Siamo altrettanto consapevoli che l’evento simboleggia una sconfitta di quella politica che ha usato impropriamente denaro pubblico, forse anche attratto dai fondi europei di cui però non sempre si hanno idee precise su come spenderli... Speriamo che chi governa sappia fare memoria di questo fatto e lo tenga come monito per il futuro”. La demolizione costerà 76mila 250 euro. Per il sindaco Marco Massari, così si “mantiene fede ad un impegno preso con i cittadini fin dalla campagna elettorale. Appare urgente e necessaria, da troppi anni l’opera è inutilizzata e degradata”. Il sindaco aggiunge che l’abbattimento dell’ecomostro permetterà la riqualificazione della piazzetta. “La vicenda – commenta – costituisce anche un insegnamento per noi amministratori pubblici: nel momento in cui pensiamo ad un’opera pubblica, occorre valutarne bene la fruibilità e la reale utilità…. evitare in tutti i modi che diventino cattedrali nel deserto o peggio oggetti fatiscenti e degradanti per l’ambiente circostante”.
Troppo alto e faticoso da scalare non solo per gli anziani, ma anche per madri con bambini piccoli e persone con carichi come borse della spesa. Fin dai primi mesi dopo l’inaugurazione ci si era resi conto dell’inutilità dell’investimento: le persone – a partire dai soci del vicino circolo Arci – continuavano ad attraversare la Ss9 sulle strisce pedonali. Nel corso degli anni l’ecomostro è stato oggetto di vari interventi politici delle opposizioni: nel 2015 un giovanissimo Gianluca Vinci (allora consigliere comunale per la Lega Nord) fece l’esplicita proposta di abbatterlo, mentre nel 2018 l’imprenditore Giorgio Fontanili si fece avanti proponendo al Comune di smantellarlo a proprie spese. Le giunte Delrio e Vecchi tuttavia non hanno considerato una priorità la rimozione del manufatto. Il tempo finalmente è giunto e, dice il vicesindaco con delega ai lavori pubblici Lanfranco De Franco, “è un momento importante per la comunità di Cella. Purtroppo dobbiamo prendere atto che l’infrastruttura non ha raggiunto lo scopo”. Rispetto al ripensamento complessivo dell’area, aggiunge il vicesindaco, “la zona ovest della via Emilia è interessata da un importante intervento, finanziato da fondi Pnrr, che risponde a esigenze storiche di messa in sicurezza soprattutto per pedoni e ciclisti”. Durante le opere di abbattimento (che dovrebbero concludersi in giornata), la via Emilia nel tratto di “via Gian Battista Vico” rimarrà chiusa al transito (anche pedonale) in entrambi i sensi di marcia da via Croci a via Cella all’Oldo; saranno istituiti percorsi alternativi. L’intervento, che sarà eseguito dalla ditta Fontanili srl, si inserisce nel più ampio progetto di riqualificazione di tutte le frazioni di Reggio attraversate dalla via Emilia, totalmente finanziato dal Pnrr con 2 milioni 640mila euro. A Cella, Cadè e Gaida si sta realizzando sul lato nord della Ss9 un percorso riservato a pedoni e ciclisti, migliorando la visibilità degli attraversamenti pedonali, installando nuova illuminazione e nuove alberature.