Nella casa in cui abita sono stati trovati cocaina, un bilancino di precisione e altro materiale utile al confezionamento della droga. Per il 56enne Giuseppe Tufo, con precedenti, sono scattate le manette per detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio, nell’ipotesi più lieve. È accaduto martedì mattina, quando i carabinieri hanno proceduto a una perquisizione domiciliare nella sua casa a Reggio, in via Belgio, nel quartiere Orologio, per poi eseguire l’arresto in flagranza: qui sono stati trovati 50,9 grammi lordi di cocaina suddivisa in tre involucri di cui uno del peso di 45 grammi (gli altri due di 4,4 e di 0,69 grammi). La sostanza era in parte nascosta dentro un sacchetto nero trovato dentro l’armadio della sua camera da letto, insieme al bilancino e ad altro materiale usato per il dosaggio e la preparazione; in parte si trovava in un pensile del soggiorno. In base alle modalità di conservazione e al quantitativo ritenuto non irrisorio, gli inquirenti ritengono che la droga fosse destinata alla cessione a terzi. Una tesi che il 56enne ha smentito ieri in tribunale, rispondendo alle domande davanti al giudice Francesco Panchieri durante la direttissima: Tufo, difeso dall’avvocato di fiducia Alfonso Boni, ha sostenuto che la droga trovata in casa era frutto di un acquisto condiviso con altre persone e non era finalizzata allo spaccio. Il pm ha chiesto la misura cautelare degli arresti domiciliari e il sequestro preventivo di poco più di 50 euro trovati in casa. L’avvocato Boni ha chiesto una misura meno afflittiva come l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e si è opposto al sequestro della somma, dicendo che era stata elargita da un parente. Il giudice Panchieri ha convalidato l’arresto e ha accolto la richiesta della Procura. i domiciliari. Il legale ha chiesto un termine a difesa, la direttissima continuerà a maggio. Alessandra Codeluppi
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